di Girolamo Di Noto Esistono registi che hanno saputo raccontare con magistrale perfezione di tecniche narrative la vita di personaggi comuni, imbrigliati tra ambizioni di successo e incapacità a realizzarlo. Wilder, ad esempio, con il suo The lost weekend (Giorni perduti) ha dato vita, con eccezionale brillantezza, ad un'opera superlativa sulla perdizione di un uomo,... Continue Reading →
The Wire, serie di David Simon (2002-2008)
di Bruno Ciccaglione - Se alla sua uscita all’inizio del secolo The Wire fu accolta positivamente ma senza entusiasmi particolari, con il passare degli anni è cresciuta la consapevolezza che si trattasse di una delle serie più belle di sempre, forse perché nell’arco delle sue cinque stagioni – ben oltre la messa in scena di una serie poliziesca ambientata nella città di Baltimora – ha saputo offrire una rappresentazione impietosa delle contraddizioni degli Stati Uniti e in generale del capitalismo contemporaneo.
Un affare di donne, di Claude Chabrol (1988)
di Girolamo Di Noto - Ispirato ad una storia vera, quella di Marie-Louis Girard, una delle ultime donne ghigliottinate in Francia, Un affare di donne è uno strepitoso affresco della Francia occupata, ma anche un modo emblematico per riflettere sull'ipocrisia del potere costituito che trova nella donna il suo capro espiatorio. Grandissima interpretazione di Isabelle Huppert.
Requiem for a Dream, di Darren Aronofsky (2000)
di Margherita Loglio “Harry… puoi tornare oggi?” Così Marion osa chiedere con voce spezzata nel suo squallido bagno stringendo il telefono tra le dita. Un’ultima disperata richiesta di aiuto. E se dall’altro lato della linea riceve come risposta uno scoraggiato e dolorosissimo “Si.”, mentre fissa la sua immagine nello specchio asciugando una singola lacrima che... Continue Reading →
Sul Multiverso di Everything Everywhere All at Once
di Marco Grosso - Perché un film modesto e addirittura "noioso" fa incetta di tutti gli Oscar che contano e incontra anche il favore di certa critica non solo mainstream? Una riflessione
Educazione Fisica, di Stefano Cipani (2022)
di Laura Pozzi In un tardo pomeriggio di fine estate, all’interno di una palestra buia e fatiscente vengono convocati d’urgenza i genitori di tre studenti di terza media. I motivi non si conoscono, ma la preside da cui è partita la chiamata ne sollecita la presenza per comunicazioni importanti. Tuttavia la donna è in ritardo... Continue Reading →
Disco Boy, di Giacomo Abbruzzese (2023)
di Alessandro Marzia Orso d’argento per la fotografia (Helene Louvart) a Berlino 2023, Disco Boy è una di quelle poche opere che, pur rimanendo abbastanza chiare e lineari, riesce a regalare allo spettatore una sensazione di straniamento fuori dal comune. Sulla base di una trama apparentemente semplice, Giacomo Abbruzzese, che scrive e dirige il film,... Continue Reading →
Il demone sotto la pelle, di David Cronenberg (1975 )
di Girolamo Di Noto - Cronenberg, con uno stile estremo e visionario, riflette sull'inquietudine del corpo, dalla forma sempre instabile, ultimo appiglio di un'identità indeterminata.
American Crime Story (2016-2021), serie ideata da Scott Alexander e Larry Karaszwerski
di Bruno Ciccaglione - Sono ben poche le serie che riescono come American Crime Story a tracciare uno spaccato degli Stati Uniti d’America degli ultimi decenni, firnendi al pubblico, soprattutto quello non americano, una chiave di lettura per comprendere meglio le dinamiche che animano e turbano la società a stelle e strisce. Tre stagioni, tre casi di cronaca clamorosi, tre temi critici della società americana.
Eo, di Jerzy Skolimowski (2022)
di Andrea Lilli - Eo non vincerà l’Oscar come miglior film straniero (ovvero non USA), nella cinquina dei candidati è il meno favorito, ma è sicuramente il miglior film straniante. L’occhio calmo del giovane asino in fuga dagli squallori umani, interpretato dall’occhio inquieto del vecchio Skolimowski, spiazza lo spettatore come un piatto esotico, agrodolce, mai... Continue Reading →