This is Spinal Tap, di Rob Reiner (1984)

di Roberta Lamonica

“Non riesco a capacitarmi di come siano riusciti a trattenere le risate mentre giravano alcune scene. Adoro quando si perdono nello scantinano mentre cercano la strada per il palco! Ogni volta che si guarda il film, scopri cose che non avevi visto o sentito alla visione precedente… Credo sia uno dei film più divertenti mai realizzati.”

(Robert Osborne)

The Spinal Tap

This is Spinal Tap è un film del 1984, di Rob Reiner. Un regista di documentari fan della band Spinal Tap, Marty DiBiergy, accompagna una rock band inglese ormai in declino nel loro sfortunato tour americano, ultima chance di tornare sulla cresta dell’onda. Il film presenta interviste, backstage, situazioni di vita personale dei membri della band e concerti dal vivo in un crescendo di situazioni letteralmente esilaranti.

Uno dei film più influenti degli ultimi quarant’anni, This is Spinal Tap, ha di fatto lanciato un nuovo genere – il mockumentary – con il suo sguardo tipicamente documentaristico alle incredibili uscite di una delle ‘più rumorose band inglesi’, gli Spinal Tap. Il segreto della loro rumorosità, scopriamo, deriva dal loro amplificatore speciale la cui manopola non arriva a ‘dieci’ ma a ‘undici’ e questa è solo una delle tante gag di questa commedia brillante i cui contenuti sono completamente di fantasia.

Up to eleven

Documentari fake e satirici avevano già creato una loro storia, sotto diverse forme, da tempo. Nel 1933, Luis Bunuel aveva fatto una parodia surrealista di diversi film etnografici, Terra senza pane. Nel 1938, Orson Welles aveva montato il suo celebre sceneggiato radiofonico La guerra dei Mondi, tratto dal romanzo di fantascienza di Herbert George Wells. Nonostante gli avvisi a inizio e fine programma sul fatto che le notizie trasmesse fossero frutto di invenzione, molti radioascoltatori pensarono che stessero davvero arrivando gli alieni sulla Terra. Tre anni dopo, lo stesso Welles iniziò Quarto Potere con la simulazione di un cinegiornale. Decenni dopo, la troupe di Monty Python tirò fuori commedie folli da segmenti assurdi, in stile documentario, per i loro show televisivi e i loro film. Il membro di Monty Python, Eric Idle, creò persino un finto documentario rock per la televisione, intitolato The Rutles: all you need is cash (1978), che di fatto satirizzava i Beatles. E anche Woody Allen scrisse si cimentò uno spassosissimo falso documentario, Zelig, nel 1983.

Ma This is Spinal Tap portò questo genere in una direzione nuova, creando archi narrativi convincenti per i suoi personaggi e mantenendo con tale convinzione il tono di impassibile convinzione per tutta la sua durata che alcuni spettatori ragionevolmente si chiesero perché non avessero mai sentito parlare di quella band prima di allora. Inoltre, in mezzo a tutte le risate, il film mette in evidenza alcuni aspetti interessanti del mondo del rock&roll, soprattutto relativamente alla pretenziosità di molti performer (abbondanti le citazioni dei gruppi più rappresentativi della scena hard rock e heavy metal: Deep Purple, Black Sabbath, Led Zeppelin, AC/DC, tra gli altri) e il tono reverenziale di molti documentari reali e film sui concerti.

Del resto erano stati prodotti così tanti film negli anni precedenti – Don’t look back (1967), Gimme Shelter (1970), Let it be (1970) e The last Waltz (1978), per citarne alcuni – che c’era ormai terreno fertile per la versione in chiave parodistica del genere.

Harry Shearer

Non è una coincidenza che Rob Reiner si inserisca nel suo film nel ruolo del regista del documentario Marty DiBiergi, proprio come The Last Waltz metteva sullo schermo interviste fatte al proprio regista, Martin Scorsese. In tutto ciò, This is Spinal Tap offre momenti ispirati uno dopo l’altro, dall’errore di pronuncia della parola ‘dolly’ con ‘doubly’, a canzoni come ‘Big Bottom’ e ‘Sex Farm’, al numero classico in cui un modellino di Stonehenge appare sul palco per un errore di calcolo o ancora quando il manager, alla domanda sul perché gli Spinal Tap non attirino più grandi folle, risponda: “La loro capacità di attirare sta diventando più selettiva”. Battute sottili, battute esilaranti, battute sofisticate sull’industria musicale: This is the Spinal Tap le ha tutte, senza dare l’impressione di assistere a una giustapposizione o mero elenco di gag fini a se stesse.

Il film è stato una pietra miliare per Reiner – dotato attore di commedia che stava appena iniziando la sua carriera come regista – e per l’attore/scrittore Christopher Guest e i suoi collaboratori, Michael McKean e Harry Shearer. Questi quattro, insieme, scrissero This is Spinal Tap se si può parlare di effettiva scrittura, per questo film.

I quattro svilupparono l’idea per quattro anni, individuando lo scheletro della trama e un abbozzo di otto pagine, ma non scrissero mai una vera e propria sceneggiatura; invece, improvvisarono ogni scena, dando al film una notevole freschezza e credibilità.

The Spinal Tap

Sebbene non abbia fatto granchè colpo al botteghino (nonostante le recensioni universalmente positive) nel 1984, il film divenne un cult negli anni a venire e ispirò molti altri film.

Guest e McKean continuarono a fare altri quattro falsi documentari, inclusi Best in Show (2000) e A Mighty Wind (2003), in cui compariva Shearer che ha in seguito ottenuto grande successo, anche economico, per il suo lavoro ne I Simpsons, inhabiting the characters of Montgomery Burns, Waylon Smithers, Skinner, Ned Flanders, e molti altri.

Il tono e il lavoro sui movimenti di macchina di This is Spinal Tap sono stati copiati così spesso che adesso sono dappertutto in commedie cinematografiche e televisive, da Borat (2006) alla reality television. Persino film horror che si basano sul ritrovamento di un filmato amatoriale come The Blair Witch Project (1999) o Paranormal Activity (2007), sono indebitati a This Is Spinal Tap.

Nel 2003 Rolling stone ha definito This is Spinal Tap ‘il miglior film rock di sempre’, ma un altro motivo di orgoglio per i registi è stato come alcune rock star si siano sentite chiamate in causa nel film. “Adoriamo questa cosa” –  ha detto Shearer entusiasticamente – “quando i musicisti dicono che non possono guardare il nostro film perché somiglia troppo alla loro vita. E’ il complimento più bello. Batte tutte le nominations agli Oscar che non abbiamo mai avuto”.

Il logo del gruppo

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