I sessant’anni di Tom Cruise

di Marzia Procopio

Thomas Cruise Mapother IV, per il pubblico di tutto il mondo Tom Cruise, nasce il 3 luglio del 1962 a Syracuse, nello stato di New York, da una famiglia così povera che un anno furono costretti a rinunciare ai regali di Natale e si scambiarono delle poesie come doni. Il padre, Mapother III, era un ingegnere di scarso successo e la madre Mary Lee faceva tre lavori alla volta per mandare avanti la famiglia; l’uomo, tuttavia, esercitava il controllo sulla sua famiglia in altri modi arrivando, stando alla biografia “Tom Cruise: An Unauthorized Biography”, all’abuso fisico più di una volta: “[Mio padre] era il tipo di persona che, se qualcosa va storto, ti prende a calci”. Facendo parte di una famiglia sempre in movimento, il giovane Cruise frequentò 15 scuole in 12 anni, indossando gli abiti “sbagliati” e diventando oggetto sistematico di bullismo. A 7 anni lo psichiatra della scuola gli diagnosticò la dislessia, in un’epoca in cui il disturbo era ancora misconosciuto, così frequentò solo classi di recupero attirando ancor di più l’attenzione dai bulli. È a quella esperienza di etichettatura che in seguito l’attore ha fatto risalire il suo rifiuto della psichiatria come scienza. Da giovane fece molti lavori occasionali per pagarsi gli svaghi e i biglietti del cinema, che era una sua passione dall’età di 4 anni.

Quando conquistò la scena internazionale con il suo Maverick di Top Gun, Cruise, che aveva iniziato a recitare al liceo, aveva già fatto il suo debutto cinematografico in Endless Love (1981) e recitato in ruoli secondari in film come Taps (1981) e The Outsiders (1983) prima di interpretare, nel film di grande successo Risky business (1983), un liceale che trasforma la casa dei suoi genitori in un bordello. Top Gun, nel 1986, fu il maggior incasso di quell’anno: da allora, Cruise è diventato una stella del cinema mondiale, recitando, spesso per registi importanti – Scorsese, De Palma, Spielberg, Kubrick, Michael Mann, Neil Jordan, Sydney Pollack e Oliver Stone – in film che non furono solo campioni di incasso al botteghino ma che restano nella storia del cinema contemporaneo per la loro iconicità. Convincente al fianco di Paul Newman ne Il colore dei soldi di Martin Scorsese nel 1986, due anni dopo fu il fratello egoista di un uomo autistico in Rain man, L’uomo della pioggia, accanto a Dustin Hoffman.

Top gun

Per la sua interpretazione di un veterano della guerra del Vietnam trasformatosi in attivista in Nato il 4 luglio di Oliver Stone (1989) ricevette la sua prima nomination all’Oscar. Nei suoi film negli anni ’90 ha interpretato ruoli molto diversi tra loro: avvocato della marina in A Few Good Men (1992), vampiro in Interview with the Vampire accanto a Brad Pitt (1994) e l’agente segreto Ethan Hunt in Mission: Impossible (1996), grandissimo successo e vari sequel, l’ultimo nel 2018. Con la sua interpretazione di procuratore sportivo in Jerry Maguire (1996) arriva la seconda nomination all’Oscar.

Rain man

Qualche anno dopo, ormai star indiscussa anche per il glamour della sua relazione con la moglie Nicole Kidman, fu in coppia con lei protagonista nell’attesissimo ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut (1999), tratto dal Doppio sogno di Arthur Schnitzler, analisi implacabile della fedeltà coniugale che ottenne recensioni contrastanti. Quell’anno, però, fu senz’altro il ruolo del guru misogino dell’auto-aiuto in Magnolia di Paul Thomas Anderson a fargli avere il plauso della critica e una nomination all’Oscar – che avrebbe meritato – come miglior attore non protagonista.

Magnolia

Cruise ha recitato in numerosi film d’azione negli anni 2000, incluso il thriller di fantascienza Minority report con la regia di Steven Spielberg nel 2002; lavorerà di nuovo con Spielberg nel 2005, per War of the Worlds, un adattamento visivamente impressionante dell’omonimo romanzo di HG Wells. Nel 2003 c’era stato un altro ruolo cucito su di lui, sulla sua perfezione di interprete atletico e dedito al personaggio, The Last Samurai, in cui impersona un soldato americano disamorato che si allinea con una comunità di samurai. Negli anni successivi sarà un killer a contratto in Collateral diretto da Michael Mann (2004) un ufficiale dell’esercito tedesco che tenta di assassinare Adolf Hitler in Valchiria, un idolo rock degli anni ‘80 nel musical Rock of Ages (2012), un sopravvissuto all’apocalisse nell’avventura di fantascienza Oblivion (2013).

Mission impossible

Per Top Gun: Maverick (2022), recentemente presentato a Cannes, dove l’attore ha ricevuto una Palma d’Oro d’onore per la sua carriera ricca di successi ed è stato accolto trionfalmente sul red carpet, Cruise non ha voluto controfigure e si è preparato con la nota dedizione per sostenere fisicamente il ruolo di quel Maverick del blockbuster del 1986 che fu una pietra miliare di tutti noi ragazzin* cresciuti negli anni ’80.

La sua vita privata ha spesso attirato tanta attenzione quanto le sue interpretazioni: il matrimonio con Nicole Kidman e il loro divorzio nel 2001, negli anni successivi il suo esplicito sostegno a Scientology e alle controverse, discutibili opinioni sostenute dai suoi adepti, ad esempio l’accusa del 2005 alla psichiatria come scienza illegittima, poi la relazione e il matrimonio con l’attrice Katie Holmes, con la quale è stato sposato dal 2006 al 2012. Tre figli – Connor e Isabella adottati con Kidman, Suri avuta da Katie Holmes – che protegge dalla curiosità dei media ma con cui ha rapporti affettuosi, e una carriera quarantennale, descritto dai media come l’ultimo sopravvissuto di un’epoca, quella delle star del cinema, Tom Cruise mantiene da decenni il suo status di attore amato (più dal pubblico che dalla critica) a livello internazionale, cosa che si è tradotta in una grande autorità sui film in cui recita. Questa influenza, unita a un talento recitativo genuino e a un bell’aspetto accattivante e fresco anche adesso, frutto, come sempre nel suo caso, di un duro lavoro in palestra e di una maniacale attenzione alla salute, ne fa un personaggio discusso, attore non unanimemente apprezzato come meriterebbe dalla critica, sicuramente una delle ultime icone del grande cinema.

Buon compleanno, Tom!

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