La Mosca (The Fly) di David Cronenberg (1986)

di Fabrizio Spurio

La mutazione vola sulle ali di un insetto.

Quando, nel 1985, Mel Brooks diede il via alla produzione del film La Mosca, sembrò un progetto adatto per il regista David Cronenberg.

Cronenberg è da sempre interessato agli effetti della mutazione sulla carne e, di rimando, sulla mente dell’uomo. I suoi film presentano protagonisti che per qualche motivo, di solito di natura scientifica, vedono cambiare la propria essenza.

La Mosca è in realtà il remake del film L’esperimento del Dottor K girato nel 1958 da Kurt Neumann, a sua volta tratto del racconto La Mosca di George Langelaan scritto nel 1957.

Nel film di Cronenberg lo scienziato Seth Brundle (Jeff Goldblum) ha creato tre telecapsule per il teletrasporto della materia da un luogo all’altro. Dopo varie sperimentazioni su oggetti e animali, Brundle decide di provare su di sé la funzionalità dell’invenzione, ma durante il teletrasporto una mosca, entrata accidentalmente nella capsula insieme a Seth, si fonde con l’uomo creando un nuovo essere.

Nel film originale del 1958 la mutazione era istantanea, la testa ed un braccio dello scienziato erano sostituiti da quelle stesse parti della mosca.

Cronenberg rivede la sceneggiatura, e trasforma lo scambio tra i due esseri in una lenta mutazione cancerosa.

Il DNA della mosca e di Seth si mescolano, e lentamente i due corpi mutano l’uno nell’altro. Non è Seth che diventa una mosca o viceversa, ma sono i due elementi che si fondono ricombinandosi e dando alla luce un terzo essere originale. Lo stato iniziale di Seth è una gioiosa euforia quando, ancora inconsapevole della fusione, percepisce in sé una forza ed una resistenza (anche sessuale) al di fuori di ogni schema. Seth (nome della divinità egizia del disordine e della violenza, nome che possiede anche una strana assonanza con la parola “insetto” – “insect” in inglese, da cui -sect/seth) è forte, potente, adora questa sua nuova virilità, una virilità che comunque spaventa Veronica Quaife (Geena Davis), una giornalista che per prima si è interessata alla scoperta di Seth.

Dietro richiesta di Seth stesso, Veronica inizia le riprese di un video-diario, a testimonianza di tutti i successi e le frustrazioni dello scienziato.

La mente di Seth muta di pari passo con il suo corpo. All’inizio, dopo aver scoperto l’incidente della fusione con la mosca, è spaventato: il suo corpo comincia a degenerare. È lo spavento dell’ignoto, vedere la corruzione della carne nonostante la forza che continua a invaderlo. Ma la visione del suo corpo che cade letteralmente a pezzi (Seth conserva nell’armadietto in bagno un “museo” dei suoi reperti umani, simboli di un corpo che risulta ormai essere primitivo) lo fa precipitare in un baratro di disperazione dove l’unica speranza è per lui una morte pietosa.

Ma in un primo tempo Veronica realmente non può salvarlo, anche perché lei risulta altrettanto contaminata, dal momento che nel suo grembo sta prendendo forma il figlio di Seth.

Ma Seth è anche uno scienziato. La sua mente analitica viene quindi stimolata dal nuovo stato di cose. Il suo corpo in mutazione è il nuovo terreno da scoprire ed analizzare, e per lui è una gioia dal momento che l’oggetto di studio è lui stesso. Il suo corpo da quel momento diventa un laboratorio vivente, del quale si può sfruttare ogni centimetro di superficie. Seth ha ormai capito che la morte non è la soluzione, il suo divenire può portare ad un altro essere che di fatto non è destinato alla morte, ma al contrario, verso la nascita di una nuova specie; sicuramente una razza superiore rispetto all’uomo, per la sua formidabile capacità di adattamento. Brundlemosca è l’anello di congiunzione tra il mondo umano e quello degli insetti. Seth ammira questo nuovo corpo. Il disgusto che genera in Veronica non lo tocca. La rimprovera anche pensando che lei nutra una sorta di invidia per quell’organismo potenziato che non può avere, perché Veronica è una donna inferiore secondo Seth: lo è dal momento che rifiuta lei stessa di usare le telecapsule. Ma nonostante il suo rifiuto continua ad essere vicina a Seth, per amore, e più in la nel film, per pietà. Una pietà che la spingerà, alla fine, a dare la pace a Seth, una pace da lui agognata nella profondità del suo animo, dove è rimasto ancora un tenue barlume di umanità.

Seth porta avanti la sua esperienza, vuole vedere dove può arrivare. Non si ferma davanti a nulla, compreso il tentativo di uccidere Stathis Borans (John Getz), ex compagno di Veronica, vomitandogli su piede e mano la sua saliva ricca di enzimi capaci di sciogliere le sostanze per far sì che Seth possa nutrirsi. Solo il tempestivo intervento di Veronica scongiura il delitto. Ma lui avrebbe ucciso l’uomo senza problemi. Seth è ormai un nuovo essere, e per lui le leggi umane non hanno più significato.

In un incubo Veronica si vede partorire una larva, in una scena estremamente forte dal punto di vista emotivo e visivo, in cui tra gli attori, nella veste del ginecologo che l’aiuta a partorire, troviamo lo stesso David Cronenberg. È lui il vero studioso, l’autore che osserva i personaggi del suo dramma, li vede mutare, non solo nella carne, ma sopratutto nello spirito. È lui il vero scienziato che opera gli esperimenti nell’animo umano, per vedere cosa può arrivare a creare una mente sottoposta alla corruzione. Cronenberg sembra un documentarista che rinchiude le sue formiche in labirinti mentali e fisici, documentando minuziosamente le trasformazioni che si mettono in atto di conseguenza. Getta nel labirinto le sue cellule cancerogene e attende che si moltiplichino, che invadano i corpi delle sue cavie, e attende il risultato della trasformazione.

Il risultato finale in cui si trasforma Seth è un mostro ibrido, un essere enorme che vuole a sua volta sperimentare una nuova evoluzione: il corpo-famiglia perfetto. Tre esseri (quattro, contando la mosca) – padre, madre e figlio – uniti tramite le telecapsule in un unico corpo. Seth sogna questo corpo, un corpo che in un certo senso lo farà tornare indietro, quasi all’origine, aumentando dentro di lui la percentuale di DNA umano. Per la sua salvezza e anche per l’evoluzione superba di Veronica, e del bambino che porta in grembo, Seth vuole creare questo superorganismo mentalmente e sentimentalmente autosufficiente.

Il film di Cronenberg è un fulgido esempio del cinema body-horror tipico degli anni ‘80. In decine di film dell’orrore il corpo diventa la frontiera dello spavento, del disgusto. I personaggi si trasformano in modi disgustosi, i corpi si fanno a pezzi, e il cinema mostra gli infiniti modi in cui un essere umano può essere orridamente distrutto.

La sequenza finale de La Mosca è un perfetto esempio di questa poetica: il corpo di Seth cade letteralmente a pezzi, mentre dalla sua carne nasce il nuovo orrido corpo definitivo della creatura Brundlemosca.

Il trucco è stupefacente, opera di Chris Walas, giustamente premiato con un Oscar per la categoria effetti speciali.

Dispiace che l’Oscar non sia stato consegnato anche a Goldblum per la sua intensa interpretazione, resa ancor più difficoltosa per la quantità di trucco prostetico che gli è stato applicato durante le riprese.

Il film ha riscosso un notevole successo, spingendo la produzione alla realizzazione di un fiacco sequel, diretto dallo stesso Chris Walas (memorabile soltanto per gli eccellenti effetti speciali), che segue le vicende di Martin, il figlio di Seth. Una pellicola prevedibile senza particolari guizzi, e sostanzialmente inutile.

Il film di Cronenberg rimane un classico, sguardo impietoso sulla degenerazione della malattia, più dell’animo, in realtà, che del corpo.

 

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