Hellraiser (1987) di Clive Barker

di Fabrizio Spurio

“No, niente lacrime, per favore! Non si deve sprecare così la sofferenza!”

Dopo aver scritto una serie di libri nati sotto il titolo di “Libri di Sangue” (raccolte di racconti estremi dove il sesso ed il sangue si mescolano in modo conturbante), Clive Barker da alle stampe, nel 1986 il romanzo “Schiavi dell’Inferno”. Da questo libro Barker trae la sceneggiatura del suo primo film da regista. “Hellraiser” porta sugli schermi di tutto il mondo una nuova icona del cinema horror, il cenobita (in italiano “suppliziante”) Pinhead, interpretato da Doug Bradley.

La trama racconta di Larry (Andrew Robinson) e Julia (Clare Higgins) che tornano nella casa di famiglia di lui. Larry vuole ristrutturare la casa per trasferirvici, anche se Julia all’inizio non è convinta di questa decisione. Nella casa ci sono ancora le tracce della presenza di Frank (Sean Chapman) fratello scomparso di Larry, e antico amante di Julia. In realtà Larry non è scomparso ma è caduto vittima dei Supplizianti, entità ultraterrene in grado di elargire estremo piacere tramite dolore indicibile. Il piacere ed il vizio sono il tema centrale del film. La prima traccia che Larry e Julia trovano del passaggio di Frank nella casa è una statuetta di due figure, uomo e donna, scolpite in un esplicito amplesso. Questo monile in realtà rappresenta una sorta di accusa, il simbolo dell’unione puramente carnale che in passato aveva unito Julia a Frank. L’uomo si era presentato a casa dei due proprio per le nozze di Larry con la donna. Ma Frank non ha scrupoli a sedurre la futura moglie del fratello. Julia non resiste alla potenza di questo rapporto. Quando torna nella casa vuota, sola nella stanza che fu la loro alcova, Julia riporta alla memoria la passione provata. Mentre ricorda quegli incontri la telecamera scivola sul suo corpo, segue le mani della donna mentre si stringono sul suo corpo, come se lei volesse rivivere le sensazioni di quei momenti. La passione era solo sopita. Julia brama quel tatto, quel fuoco perverso che il marito non potrà mai darle. La vita con Larry è solo un surrogato di quello che lei veramente desidera. Si capisce sin dalle prime inquadrature che Julia disprezza il marito, che lo sopporta, ma al tempo stesso ha una sorta di pietà verso di lui che le impedisce di lasciarlo. Ma è chiaro che molto spesso alla pietà si sostituisce il disgusto di dover vivere con un uomo mediocre, senza ambizione, che vive la sua vita semplice e lineare.

Ma dal sangue di Larry, accidentalmente feritosi durante il trasloco, che Frank potrà tornare alla carne e alla vita. Perché in realtà Frank è caduto vittima della sua stessa brama di piacere. Da un misterioso venditore orientale acquista la Scatola di Lemarchand, dal nome del giocattolaio/orologiaio che per primo la costruì. Il cubo, denominato anche come Scatola della Configurazione del Lamento, è una sorta di rompicapo che se risolto nel modo giusto, apre le porte ad una dimensione parallela, il regno dei Cenobiti. Come dice lo stesso Pinhead, capo di questi esseri: “siamo esploratori delle più remote regioni dell’esperienza, per alcuni demoni, angeli per altri”. I Cenobiti sono i simboli della cultura sadomaso. Il dolore che scaturisce dalla scatola, sotto forma di uncini e catene, è straziante, eterno. Ma oltrepassato il dolore c’è solo piacere. La carne viene esplorata da questi demoni, in tutte le sue parti. Perché loro offrono il piacere, ma la loro è anche una ricerca, come se tentassero di capire, di scoprire in quale parte del corpo umano, ormai privo di anima, si possa celare l’origine del godimento. In quel momento le vittime dei Cenobiti ricoprono un doppio compito e ruolo. Entrano sempre nel mondo dei Cenobiti per sperimentare il godimento della carne, ma realmente diventano cavie nelle mani di Pinhead e dei suoi mostruosi compagni, che sperimentano sui malcapitati le loro teorie di sofferenza.

E’ per questo che Frank, da sempre schiavo della passione carnale, che lo guida, lo accompagna e ne segna il destino, è attirato dalla scatola. Julia è la degna compagna di un uomo tanto avido. Totalmente asservita a lui riesce ad andare anche oltre il disgusto fisico, pur di ritrovare quella passione che la faceva sentire viva e reale. Quando Frank resuscita dal sangue caduto a terra di Larry, è ridotto ad uno scheletro ricoperto di carne. Ha bisogno di altro sangue per poter rigenerare il suo corpo e tornare quindi a vagare libero sulla terra. Julia diventa così una feroce assassina. Adesca uomini soli nei bar, li porta a casa sua per ucciderli a martellate per poi lasciare i moribolndi nelle mani del redivivo Frank il quale assorbirà i loro tessuti ed il loro sangue per incarnarsi sempre di più. All’inizio Julia è disgustata e prova orrore per le azioni criminali a cui è spinta dalla sua passione. Ma presto diventa una furia cieca, determinata a riappropriarsi del suo amore. Alla fine arriverà a sacrificare anche Larry, della cui pelle Frank si servirà, indossandola letteralmente come un indumento, per tentare di mascherare la sua identità ai Cenobiti, che nel frattempo lo stanno cercando.

Ed è grazie a Christy (Ashley Laurence) che i piani di Frank falliscono. Figlia di un primo matrimonio di Larry, non riesce a legare con la matrigna Julia. E’ diffidente nei confronti della donna, e quando capisce cosa ha fatto Julia, insieme a Frank, scende a patti con i Cenobiti, offrendo a loro il fuggitivo in cambio della salvezza della sua vita. Christy è l’unica che mostra dei veri sentimenti all’interno del film, e sarà proprio la forza del suo amore per il padre a guidarla alla salvezza. La rabbia della morte del genitore per mano dei due amanti le fornisce la forza per salvarsi dai mostri. Quando Frank sarà di nuovo catturato dai Cenobiti, loro vogliono anche l’anima della ragazza. La sua determinazione, in un certo senso la purezza del suo sentimento, misto di amore e furia vendicatrice, faranno da contraltare alla spietatezza di Pinhead e dei suoi servi. Il film è ricco di atmosfere gotiche e decadenti.

C’è sempre un’atmosfera sporca che serpeggia nella pellicola, a volte suggerita (sono sporchi i sentimenti ed i desideri di Julia, sporco il suo rapporto con Frank, un uomo senza una morale), a volte esplicita, con insistite inquadrature su sporcizia, scarafaggi, aree urbane degradate popolate da senzatetto che non esitano a cibarsi di cavallette vive. La sporcizia come simbolo di corruzione, nel dettaglio delle unghie nere di Frank ad inizio film, mentre contratta con il venditore per l’acquisto del Cubo del Lamento, o ancora simbolo della colpa, con il sangue che macchia il volto di Julia, bellissima ed aristocratica, ma insudiciata dall’onta dell’omicidio. La soffitta dove Frank resuscita ed è costretto a vivere è polverosa, brulicante di topi. Ancora, i vermi che si moltiplicano nel cibo avanzato, gli scarafaggi del letto abbandonato di Frank. E i cadaveri, nascosti nella soffitta, dove vive il marciume e dilaga il fetore della morte, reso quasi tangibile dalla fotografia che inquadra l’aria pregna di polvere.

Un gotico sovrannaturale, quasi un classico racconto di fantasmi inglese dove la morte si intreccia con la passione. Il film è stato girato con un budget estremamente limitato, e Barker deve sfoggiare tutta la sua capacità creativa per portare il film ad un livello visivo superiore. I Cenobiti sono orrendamente affascinanti, veri e propri sacerdoti di pratiche sadomasochistiche, hanno sul loro corpo i simboli della loro ricerca di piacere e dolore. Come esponenti del piercing più sfrenato, le loro carni sono lacerate, segnate da chiodi, lame, aghi e uncini e borchie di pelle che ne perpetuano le sofferenze, sopportate con stoica indifferenza, come se per loro la ferita più dolorosa fosse un segno di gloria e munificenza. Il trucco di Bob Keen, per quanto limitato dalla produzione è ad altissimi livelli, ed il design delle creature, opera di Barker stesso, è affascinante.

Ad impreziosire questa pellicola concorrono le musiche, orchestrali, composte da Christopher Young. Lo score della sequenza della resurrezione di Frank è creata in un crescendo che le infonde una valenza epica notevole.

Un piccolo film, che è riuscito a creare un universo ed ha generato nove sequel, con milioni di fans in tutto il mondo.

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