Crimson Peak (2015) di Guillermo Del Toro

di Fabrizio Spurio

Quando il momento verrà, guardati da Crimson Peak…

La gestazione del film è stata particolarmente lunga. Del Toro aveva la sceneggiatura pronta dal 2005, subito dopo “Il Labirinto del Fauno”. Purtroppo il progetto fu spostato a causa della lavorazione di “Hellboy: the golden army”.

In realtà Del Toro aveva in progetto la realizzazione di un altro film, l’adattamento del romanzo “Alle Montagne della Follia” di Lovecraft. Ma la complessità dell’opera, e gli alti costi, lo hanno costretto a rimandare, anche perché, nel frattempo, era avvenuto il suo coinvolgimento nel progetto “Lo Hobbit” di Peter Jackson. Nel 2013, lavorando per la Legendary Pictures su “Pacific Rim”, Del Toro consolida il suo rapporto con questa casa di produzione. Quando la Legendary gli chiederà quale nuovo film realizzare, la sua proposta saranno i due copioni a lui cari: il film tratto da Lovecraft e “Crimson Peak”. Naturalmente il basso costo di produzione pesa sulla scelta della Legendary, e quindi viene opzionato il più contenuto film gotico sulla casa infestata.

La storia di “Crimson Peak” è semplice e lineare, molto in contrasto con le due precedenti opere del regista. E’ chiaro il suo desiderio di tornare ad un cinema più contenuto, più intimo, dopo i grandi set dei due film “Hellboy” e “Pacific Rim”, dei veri e propri blockbuster. L’idea del film nasce in Del Toro dalla sua passione al cinema dell’orrore, che in qualche modo ha sempre caratterizzato le sue pellicole, a volte esplicitamente, altre volte sotto forma di suggestioni e atmosfere. Il suo è il desiderio di tornare a creare pellicole in cui l’horror rientri negli schemi classici, nel gotico, nel racconto di fantasmi. Le atmosfere rarefatte, la tensione, il dramma che permea la trama di “Crimson Peak” traggono la loro radice nei racconti classici del terrore, da “La caduta della casa degli Usher” di Poe, al “Giro di Vite” di Henry James. Ma si riaffacciano alla memoria degli spettatori anche i classici film dell’inglese Hammer, la casa di produzione che diede fama ad attori come Cristopher Lee e Peter Cushing. Il nome della protagonista della pellicola Edith Cushing (Mia Wasikowska) è un esplicito omaggio all’attore inglese.

Edith è la figlia di un ricco uomo d’affari, Carter Cushing (Jim Beaver). Vive a Buffalo, stato di New York, e vuole diventare una scrittrice di storie del terrore. La sua ispirazione deriva dal fatto che lei vede i fantasmi, sin da quando, bambina, a seguito della morte della madre per colera, riceve la visita dello spettro della genitrice, che le sussurra, già a quell’epoca, di fare attenzione a Crimson Peak.

A New York Edith incontra Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), baronetto inglese caduto in disgrazia, accompagnato dalla sorella Lady Lucille Sharpe (Jessica Chastain). I due cercano finanziamenti per una trivella capace di estrarre l’argilla rossa dei loro possedimenti, sperando così di risollevare le sorti della famiglia. Lord Carter si rifiuta di offrire fondi a Thomas, ma questi si innamora di Edith. Il padre della ragazza costringe i due inglesi a tornare in Inghilterra e lasciare per sempre Edith.

Ma Lord Carter viene misteriosamente assassinato. Edith, ormai sola, deciderà di sposare Thomas e partire con lui per l’Inghilterra.

Edith arriva così ad Allerdale Hall, la gigantesca casa, ormai fatiscente, dove vivono Thomas e Lucille, con pochi servitori stagionali. La villa è costruita sulla cima di una collina, isolata da tutto per chilometri. La costruzione scenografica della casa è impressionante. Lo scenografo Thomas Sanders ha ricreato ambienti affascinanti, ricchi di particolari, in cui l’occhio dello spettatore si perde nella ricchezza delle forme, nel gotico esaltato dalle proporzioni, a volte sfalsate degli ambienti. L’idea doveva essere quella di un mausoleo imponente, già entrando nel salone principale, gigantesco, che permette di vedere i tre piani di cui è composta la casa. Lo spettatore viene anche confuso dalla costruzione degli ambienti, alcune sale sono costruite in una scala superiore di quanto dovrebbe essere realmente. I ballatoi degli scaloni sembrano formare un labirinto visivo, che si interseca con i corridoi dei piani.

Veramente la casa è un labirinto decadente. Il soffitto del salone principale è franato, e da li cadono continuamente foglie portate dal vento. Foglie morte che si accumulano nel salone, sulle scale come i resti di una nobiltà ormai finita, corrosa dal tempo. La fotografia è brillante, i colori, che emergono dal nero delle ombre, sono contrastanti, il rosso, il giallo. Sopratutto nelle scene di notte, il blu metallico avvolge persone e luoghi. Ma in questo blu si staccano potenti le apparizioni degli spettri, rossi come il sangue, che continuano a lanciare moniti verso Edith, che lentamente capisce di essere precipitata in una trappola ad orologeria. Sono i colori a caratterizzare le due donne della pellicola. Edith veste spesso di sgargianti abiti gialli, colore simbolo di novità, rinnovamento (la sua decisione di essere una scrittrice di storie dell’orrore, contro il pensiero dell’epoca che vedeva le donne capaci di creare solo storie d’amore e sentimenti), ma anche rinnovamento all’interno di Allerdale Hall, rimasta per troppo tempo ferma, chiusa nella mentalità conservatrice di Lucille.

E proprio Lucille si rivelerà essere la mente che governa la casa. Anche in lei gli abiti esprimono una simbologia precisa. La sua prima apparizione, al ricevimento di Carter a New York, indossa un abito rosso scarlatto, ad indicare la sua forte passione, il suo desiderio viscerale di successo, di riuscire ad avere il denaro per salvare la sua casata. Ma una volta tornata nella sua casa la vediamo avvolta in stretti abiti blu scuro, colore della fedeltà, e di sentimenti profondi, una fedeltà che si rivelerà essere totale per suo fratello Thomas, l’unica persona per la quale possa realmente provare dei sentimenti. Ma il blu è anche un colore che dovrebbe portare serenità, sicurezza e protezione. Forse quella sicurezza che Lucille vuole dare a suo fratello, come a volergli ricordare continuamente che lei è l’unica persona capace di proteggerlo, di prendersi cura di lui, di fatto fratello minore. Ma c’è anche una simbologia più sotterranea, pi insidiosa. Il blu dovrebbe simboleggiare quella serenità nella quale Lucille vorrebbe tenere la sua mente, preda di una follia trattenuta a malapena, sottolineata anche dal suo vestito, stretto, con lacci dietro la schiena, lungo la colonna vertebrale, che portano alla mente le cuciture di una camicia di forza nella quale il corpo di Lucille sembra rinchiuso. La realtà è chiusa proprio nella mente di Lucille, nella sua pazzia trattenuta a stento, una follia che l’ha spinta ad uccidere la loro stessa madre, colpevole di aver scoperto il rapporto incestuoso tra lei e Thomas, che l’ha costretta ad essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico, ancora giovane. La stessa pazzia che l’ha spinta ad uccidere le precedenti tre mogli di Thomas, per appropriarsi delle loro ricchezze.

E la magione sembra mettere in continuazione Edith in allarme, già al suo arrivo, quando, entrando nel salone della casa, vede l’argilla rossa, simile a sangue, uscire dalle fessure del pavimento. L’argilla rossa emerge dai muri, dal pavimento, dalla terra della collina su cui è costruita la casa, il motivo per cui da tutti è chiamata Crimson Peak.

Veramente questa casa è costruita con il sangue, e gli spettri delle precedenti mogli di Thomas cercano di farle capire la verità. A questo punto c’è il ribaltamento voluto da Del Toro: i veri mostri sono i vivi, mentre i morti, i fantasmi, diventano presenze benefiche, anche se spaventose, che cercano di aiutare e salvare Edith. Indicativa è anche la presenza di farfalle nella casa. I greci chiamavano la farfalla psychè, termine che significa anche anima. La farfalla è simbolo di bellezza, di leggerezza. Ma anche di brevità della vita, come la morte prematura che ha colto le altre giovani donne che hanno abitato a Crimson Peak. Le farfalle sono allora anche il respiro delle anime che circondano Edith, che sono destinate a vivere dentro la casa che è ormai la loro tomba. Le grandi cisterne circolari, nei sotterranei della casa, sono colme di argilla rossa, trasudano come sangue che cola, trattenuto a stento dalla mente contorta di Lucille. La follia di Lucille esplode nel finale, quando capisce che Thomas è realmente innamorato di Edith, e per questo lo uccide. Ancora il suo abito simboleggia il suo essere. La vestaglia che indossa, disordinata, ampia simboleggia la liberazione della sua pazzia, ormai senza più freni. Una pazzia che la spinge a distruggere Edith, l’altra donna, il terzo lato del triangolo amoroso che doveva essere eliminato.

Alla fine, grazie all’intervento dello spettro di Thomas, Edith riuscirà a sopravvivere a Crimson Peak.

Se gli spettri delle precedenti mogli di Thomas restavano nella casa solo per uno scopo, quello di aiutare e salvare Edith, allora il vero fantasma che da questo momento in poi infesterà Allerdale Hall è quello di Lucille. Il suo spettro appare alla fine della pellicola, seduto al suo pianoforte, eternamente rinchiuso nella casa che da sempre ha cercato di difendere, di preservare, di far sopravvivere anche con l’omicidio. Tutto pur di salvare il suo universo chiuso e ormai decaduto nel sangue.

Tutto il film ha il sapore di una fiaba gotica, una dolorosa storia d’amore narrata dalla voce di Edith.

Il film si apre proprio inquadrando un libro che riporta il titolo della pellicola sulla copertina, un rimando alla tradizione disneyana, in cui i film di fiabe iniziavano con l’immagine del libro della storia che sarebbe stata narrata. Un diretto rimando, quindi, alla tradizione letteraria della pellicola che Del Toro voleva omaggiare. Purtroppo il film non ha avuto il successo sperato, forse per una pessima pubblicità. Probabilmente il pubblico si aspettava un horror diverso, in linea con la moda del momento per quanto riguarda il cinema del soprannaturale. Ma questa pellicola rimane comunque una gemma preziosa nella filmografia di questo regista visionario.

2 risposte a "Crimson Peak (2015) di Guillermo Del Toro"

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  1. recensione stupenda e stupende le immagini che hai scelto
    ne parlai anche io, è uno dei gotici moderni che preferisco, l’ho messo in tantissime liste (costumi, film coi fantasmi, scenografie ecc ecc)

    "Mi piace"

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