21 grammi – Il peso dell’anima, di Alejandro González Iñárritu (USA – 2003)

di Raffaele Moccia

Locandina

„La differenza di peso del corpo da vivo e subito dopo la morte è di 21 grammi“, questo dice uno dei protagonisti del film quando, ormai prossimo a morire, considera che in fondo tutto il nostro agire si riduce al peso di una barretta di cioccolato o al peso di un colibrì…

Difficile rappresentare un tema di così profonda portata e così pieno di implicazioni etiche e religiose restandone distaccati e cercando di dare una visione e una risposta laica a dei valori universali e riconosciuti che non poggino solo su convinzioni religiose. E allora il regista si comporta così come ci comportiamo noi quando incontriamo altre vite e altri dolori. Ne cogliamo pezzi, brandelli che poi ricostruiamo anche se, delle infinite storie che osserviamo, non riusciremo mai a vederne né gli sviluppi né la fine.

Quelle tre vite che vediamo rappresentate sono ai nostri occhi e nell’intenzione del regista, tre archetipi, tre facce di una medaglia che non ci apparterrà mai ma che nel buio di una sala cinematografica possiamo scrutare e seguire.

Sean Penn e Naomi Watts

Il dolore e la vendetta, il riscatto e il senso di colpa, il libero arbitrio e L’AMORE, questi i volti dei tre personaggi che nella prima mezz’ora di film rincorriamo in un susseguirsi di break temporali che ce li mostrano in vari momenti della loro vita. Quando il destino, il fato o l’Onnipotente li fa incontrare è la tragedia.

Una donna, ex tossicodipendente confessa di aver trovato la pace, la stima di sé e l’amore con il matrimonio e la nascita delle figlie. Un ex galeotto mostra la sua rinascita fisica e spirituale nell’essersi avvicinato a Gesù e nel suo potere, che tra l’altro gli ha permesso la vincita di un fuoristrada, anche se il suo modo di viverlo non gli impedisce di trattenere la violenza né di essere intollerante. Un professore di matematica è in attesa di un trapianto di cuore, ma continua a fumare di nascosto ed è oppresso dalle voglie egoistiche della moglie di avere un figlio.

Benicio Del Toro

Di queste tre vite ne intravediamo solo piccoli frammenti nel passato nel presente e nel futuro, ma attenzione! Qui non siamo dalle parti di PULP FICTION, qui non si lusinga lo spettatore facendogli ricomporre il puzzle della storia con successo; qui si tenta di rappresentare la vita: se questa storia fosse stata raccontata in modo lineare, sarebbe stata meno credibile e, d’altra parte, anche la scelta della camera a spalla ha più del documentario che del cinema. Eppure le intenzioni del regista sono chiare e quella che sembra essere una scelta ruffiana diventa una scelta di stile che non ammicca anzi costringe a partecipare della tragedia.

QUANTO PESANO 21 GRAMMI?

Di quanto dolore siamo capaci e quanto dolore possiamo sopportare? Ed è possibile, se siamo destinatari di un dono, riuscire a sdebitarsi o a far entrare nella nostra vita chi ci ha donato altra vita? E in che modo?

A volte facciamo delle cose per sapere poi perché le abbiamo fatte; a volte il nostro agire è una domanda piuttosto che una risposta. “LA TERRA HA SMESSO DI GIRARE SUL PROPRIO ASSE affinché NOI DUE CI INCONTRASSIMO…”, dice il personaggio di Sean Penn a quello di Naomi Watts, e tutti, proprio tutti, devono fare i conti con vite interrotte, a credito o a debito.

21 grammi è tutto quello che resterà e vagherà nell’aria e sarà il peso della sua anima che mai riuscirà ad essere pregnante e pesante come la vita…la donna aspetta un figlio da lui, l’ex galeotto è completamente scagionato dalla disgrazia e la vita di Sean Penn si chiude con un’elegia alla vita stessa. I tre protagonisti sono perfetti nell’interpretare queste tre vite frantumate e ricomposte: Benicio del Toro è superbo nel trasmettere la violenza della sua vita a ogni sguardo, così come Sean Penn nel mostrare i limiti del libero arbitrio che non ha senso se da questo non ne discende amore e Naomi Watts è grande nel mostrarci il tormento, la serenità e il dolore immenso che la vita le riversa addosso.

Alla fine l’amore è tutto quello che resta di noi e 21 grammi sono tutti i ricordi e tutto l’affetto di noi che resterà, un’anima vagula blandula oramai incapace di dare vita ma presente nel cuore di chi ci sopravvive pronto a sorreggere i nostri cari quando l’immenso peso del dolore può essere riscattato solo dall’amore con il quale abbiamo compiuto le nostre scelte.

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