di Adriano Sgarrino

San Francisco, Califonia (USA), 21 novembre 1963, il giorno prima dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Tre marines, Eddie, Oakie e Berzin, in procinto di partire per il Vietnam, decidono di organizzare una “caccia alla racchia” (dogfight, da cui il titolo del film), in cui vince chi invita la ragazza più brutta. Eddie sceglie Rose, timida e sgraziata, che però farà nascere nel cuore del giovane più di qualche dubbio…

Sceneggiato da Bob Comfort, un intenso, quanto purtroppo misconosciuto o sconosciuto, ritratto generazionale, dove le consuete convenzioni sono tenute sapientemente a bada. Non c’è infatti traccia di rabbia o facile ribellismo, ma una calma lucidità nel descrivere i fallaci miti del tempo, che inesorabilmente si riflettono sull’oggi, come il “machismo” maschile che, per essere tale, deve per forza esercitare la propria detestabile e auto-arrogantesi supremazia sull’altro sesso, infischiandosene altamente dei sentimenti e delle sensibilità altrui.
Anche la partecipazione alla guerra in Vietnam è sapientemente demitizzata, con un’arguta sequenza ove si spiega che l’uomo, per potere aderire a qualcosa, ha in fondo soltanto bisogno di credere a e inventarsi bugie, strumento necessario per girare il volto dall’altra parte e non prendere pertanto coscienza delle storture e brutture in cui viviamo.
La regia di Savoca non ha nulla di memorabile, non ci sono svolazzi o particolari movimenti di macchina, è appena corretta e non molto altro. Ma anche questo, apparentemente così un grande limite, finisce invece per essere un merito del film, in quanto dà ancor più spazio alla sofferta, commovente e davvero straordinaria interpretazione di River Phoenix e Lili Taylor nei ruoli dei due protagonisti.

Mai uscito nei cinema italiani, il film è stato in passato trasmesso su qualche canale cinematografico satellitare, per qualche tempo, salvo poi inabissarsi di nuovo. Merita assolutamente di essere recuperato e che una sua ampia circolazione sia meritoriamente promossa.

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