Sleepers, di Barry Levinson (Usa/1996)

di Simone Lorenzati

Lorenzo Carcaterra (Jason Patric): Potrei scappare, potremmo scappare tutti. Scomparire per un po’. Nessuno verrebbe a cercarci, nessuno si interesserebbe di noi, né di dove andiamo.
Padre Bobby (Robert De Niro): Se scappi adesso scapperai fino alla morte. Nascondersi non cancella la colpa, la gente non se la scorda, devi affrontare la realtà.

Siamo nel 1996, negli Stati Uniti. Barry Levinson, che aveva già incontrato il successo con pellicole come Good morning, Vietnam e Rain Man, si mette alla regia di Sleepers. E come se non fosse sufficiente la sua opera dietro la cinepresa, decide di affidarsi ad un cast di un “certo” spessore: Brad Pitt (Michael Sullivan), Jason Patric (Lorenzo Carcaterra), Kevin Bacon (Sean Nokes), Robert De Niro (Padre Bobby), Dustin Hoffman (Danny Snyder) e diversi altri ancora. Insomma già solamente pensando a regista ed attori possiamo immaginare che andremo incontro ad un film certamente notevole.

Sleepers, peraltro, si basa sul romanzo di Lorenzo Carcaterra e tratta di accadimenti davvero successi. I protagonisti sono quattro ragazzi di Hell’s Kitchen, un quartiere di New York non certamente da cartolina. Lorenzo, Tommy, Michael e John vivono alla giornata giocando per le strade piuttosto infime della città, prendendo il sole sui tetti e visitando il loro caro amico Padre Bobby. Durante uno dei loro memorabili scherzi, nel rubare degli hot dog finiscono per ferire gravemente un uomo. Ed improvvisamente la loro vita viene stravolta. Finiscono in riformatorio per circa un anno, senza sapere che quel luogo li cambierà per sempre.

Sleepers riesce a creare un’atmosfera realisticamente traumatica, sa raccontare delle scelte sbagliate, sa dire di scherzi da ragazzi che, pure, hanno delle conseguenze, e ci mostra l’infanzia di chi ha famiglie difficili insieme alla dura realtà del riformatorio ed a molto, molto altro.

La colonna sonora della pellicola, candidata all’epoca all’Oscar, ad opera del maestro John Williams, rende palpabile l’atmosfera struggente di Sleepers. La regia di Levinson, ora lineare e ora disturbante, incredibilmente vicina ai personaggi, risulta tutt’ggi riuscitissima. Il cast di Sleepers, poi, dà sfoggio di grandi capacità attoriali grazie a personaggi – sia principali sia secondari – che sanno bucare lo schermo in modo indimenticabile. I ragazzi, diventati adulti e interpretati da Brad Pitt e Jason Patric, riescono a rimanerci nel cuore mostrandoci, ma nascondendo allo stesso tempo, le loro debolezze. E personaggi come Padre Bobby, interpretato dal grande De Niro, risultano assolutamente fondamentali per un’opera corale ben riuscita come questa.

Tornando alla pellicola, tuttavia, va sottolineato come sia il soggiorno in riformatorio a segnare per sempre le vite dei protagonisti. I quattro ragazzini, infatti, saranno vittime di abusi sessuali da parte dei secondini dell’istituto, capeggiati dalla guardia Sean Nokes (Kevin Bacon). Passano gli anni e i quattro amici intraprendono strade diverse. Lorenzo è diventato giornalista, mentre Michael procuratore distrettuale. John e Tommy, divenuti nel frattempo tossicodipendenti e killer professionisti, incontrano casualmente in un bar proprio Nokes, e in un impeto di rabbia lo uccidono. Rintracciati gli altri compagni, decidono così di mettere in atto una vera e propria caccia all’uomo con cui scovare ed eliminare gli aguzzini responsabili dei loro abusi giovanili.

Struggente opera autobiografica, non esente da critiche morali e cinematografiche, Sleepers si presenta come un film crudo e tagliente, per nulla arido di dettagli e di sonore stoccate alla disturbante realtà di un fenomeno troppo a lungo celato. Il tema dell’abuso infantile, perpetrato direttamente dall’autorità che dovrebbe, invece, proteggere, è una delle paure ancestrali della società contemporanea, un fatto di cronaca sempre più spesso ascoltato anche al tempo presente. Barry Levison si destreggia mirabilmente affrontando un tema scomodo, viscido e melmoso, attingendo fedelmente alla struggente sceneggiatura-biografia di Lorenzo Carcaterra, chiamato a narrare in prima persona il terribile dramma della propria giovinezza. La pellicola ripropone fedelmente gli ambienti oppressivi della Midtown West degli anni Sessanta, quando ancora Hell’s Kitchen, come detto, era un covo di malavita, di sudiciume e di destini irrimediabilmente segnati.

La figura di padre Roberto Carrillo, sacerdote dal passato violento mirabilmente interpretato da Robert De Niro, rappresenta i due poli di questa immensa contraddizione stretta tra amore e odio, tra vita e morte, tra fede e ingiustizia. Un cast di grande levatura, che annovera nomi di prima grandezza come Jason Patric nel ruolo di Lorenzo, un perfetto Brad Pitt nei panni di Michael, senza poi dimenticare il perfido Kevin Bacon nelle viscide vesti del secondino Nokes e il monumentale Vittorio Gassman impegnato a dar corpo al nostalgico boss “King” Benny. Figura, poi, un altrettanto ottimo Dustin Hoffman, qui nei panni di un alcolizzato avvocato impegnato a difendere i ribelli Johnny e Tommy. Il contrappunto della pellicola, perfetta nella brumosa fotografia di Michael Ballhaus, si regge sulla splendida e struggente musica di John Williams, che ben figura nel sottolineare i mutamenti psicologici di una società in balia dell’autodeflagrazione.

Ampiamente criticato a causa del tema scottante trattato, e accusato di essere un’operazione commerciale dedita allo sfruttamento della compassione per giustificare la violenza, Sleepers è comunque una pellicola impossibile da ignorare, impossibile da non osservare sotto la prospettiva della condanna.

Un film che parla di vendetta, verrebbe persino da dire una giusta vendetta pur se compiuta da due killer, o forse perché proprio commessa da loro. Una vendetta che parte da chi, come Michael, proprio la vendetta dovrebbe eliminare, in nome della giustizia. Una vendetta, invece, che viene infine raccontata e tramandata, come decide di fare Lorenzo, in modo che la memoria non si offuschi. E che altri poveri innocenti possano trovare quella voce che tanto hanno desiderato.

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