Summer ’82: When Zappa came to Sicily, di Salvo Cuccia (2013)

di Bruno Ciccaglione

È approdato su Netflix dal 25 novembre 2022 il bellissimo documentario di Salvo Cuccia che ricostruisce i giorni trascorsi in Sicilia da Frank Zappa nell’estate del 1982. Già presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2013, il film ritrova così una nuova giovinezza e ha forse la possibilità di raggiungere un pubblico più vasto, anche perché a confronto con i documentari di produzione più recente che affollano le piattaforme, svetta per qualità formale e sensibilità.

Summer ’82: When Zappa came to Sicily riesce innanzitutto a divertire e sorprendere, nel farci scoprire le origini siciliane del geniale musicista, il cui padre aveva lasciato la desolazione di Partinico per emigrare negli USA e nel farci rivivere la visita di Zappa nel paese in provincia di Palermo, nelle ore precedenti il concerto di chiusura del tour mondiale del 1982 allo stadio di Palermo.

A connotare in modo ancora più forte il legame di Zappa con le sue origini e la sua relazione con la cultura italiana scoperta in quel tour del 1982 è indubbiamente la presenza fondamentale di Massimo Bassoli, vero protagonista del film, sorta di “mediatore culturale” prima per Frank Zappa stesso e poi, appositamente per la realizzazione del film, per la moglie e i figli di Zappa, che egli guida – con la regia di Cuccia – nel ripercorrere le tappe di quel viaggio in Sicilia di tanti anni prima.

Del resto il rapporto di Bassoli con Zappa era stato quello di un’amicizia fraterna, come si vede nei rarissimi filmati girati a casa Zappa negli anni ’70 o nei numerosi momenti del “backstage” delle giornate palermitane, che tra l’altro daranno origine – come si vede nel film – al famoso brano “Tengo ‘na minchia tanta!”, in cui tutto il sarcasmo zappiano trova in Bassoli una spalla unica.

Diva Zappa, Massimo Bassoli e Dweezl Zappa a Palermo sul set del film

Ma i meriti del documentario di Cuccia non si esauriscono nella eccezionalità dei materiali audio e video recuperati dagli archivi di Bassoli o della famiglia Zappa e neppure soltanto nella raccolta unica di testimonianze ed esperienze che riesce a mettere insieme, con la moglie Gail Zappa e i figli a visitare Partinico e accolti dalle autorità cittadine, che a Zappa hanno dedicato una strada e un’aula scolastica di musica.

Summer ’82: When Zappa came to Sicily infatti sa offrire, dalla prospettiva del tour di Zappa, uno spaccato dell’Italia nell’estate in cui la nazionale di calcio diviene campione del mondo in Spagna, con Zappa entusiasta a carpire suoni e immagini dei festeggiamenti nelle affollate strade di Roma. Ma Zappa scopre anche quelle nicchie che si ribellano alla cultura di massa e grazie al “mediatore” Bassoli scopre Frigidaire e RanXerox e chiede quindi al suo disegnatore, Tanino Liberatore, di realizzare per lui la copertina dell’album Zappa – The man of Utopia.

Ma più di ogni altra cosa, il film di Cuccia racconta l’incontro (quasi) mancato tra una generazione di palermitani e siciliani con il loro idolo Zappa in occasione del concerto di Palermo. E tra questi giovani c’è anche Cuccia stesso, con un racconto molto personale e delicato di un viaggio in macchina con suo padre alla volta di Palermo, attraverso tutta la penisola per arrivare in tempo al concerto, ma senza riuscirci. Tra le testimonianze più belle del film, quelle di quei ragazzi che sedevano sugli spalti dello stadio di Palermo, a una distanza assolutamente abnorme dal palco di Zappa al centro del campo di calcio, ai cui tentativi di avvicinarsi la polizia risponderà con cariche, lacrimogeni e un caos che porterà alla interruzione del concerto e poi a ore di scontri in città. Riportati sugli stessi spalti e con la illuminazione notturna dello stadio i giovani che furono raccontano la frustrazione e la delusione per quel che quella serata avrebbe potuto essere e non fu.

Del resto la Palermo di quel 14 luglio era la stessa città in cui c’era un morto ammazzato ogni 48 ore, nella più sanguinosa delle guerre di mafia tra “corleonesi” e “palermitani” e la tensione era altissima (il 3 settembre sarebbe stato ucciso il prefetto Dalla Chiesa). Inoltre il 14 luglio, data del concerto, si celebra la festa della “santuzza”, Santa Rosalia, protettrice della città, il che non faceva altro che aumentare la confusione. Se a questo si aggiunge che l’organizzazione di grandi eventi musicali negli stadi era qualcosa di assolutamente nuovo, e quindi l’impreparazione fu generale, si può capire quali furono le molteplici cause di quel finale di tour disastroso.

Anche per Zappa, quel pomeriggio a Partinico prima del concerto, l’incontro fu mancato: una veloce consultazione dell’elenco telefonico alla ricerca di eventuali parenti fu infruttuosa e l’impatto di ciò che vide nel paese d’origine di suo padre fu piuttosto amaro. Il film mostra le sue impressioni raccontate alla band prima del soundcheck: la povertà, la desolazione, il sottosviluppo, l’intuizione di una presenza mafiosa pervasiva.

Salvo Cuccia ricompone in qualche modo quella frattura e consente un ritrovarsi tra i tutti i protagonisti di quel mancato abbraccio, aiutando la sua realizzazione a tanti anni di distanza: la moglie e i figli di Zappa possono scoprire Partinico accolti dalla comunità in modo festoso (appena in tempo per la moglie Gail, che morirà solo due anni dopo la realizzazione di questo documentario) e incontrare per la prima volta la numerosa famiglia di origine dell’artista.

I Zappa a Partinico nel film

I giovani presenti al concerto dell’82 possono forse, in questo commovente finale, riconciliarsi con un ricordo non piacevole. Lo stesso regista, che non era giunto in tempo per il concerto, e che associava quella inutile corsa in macchina a un ricordo doloroso del suo passato, lo ricompone giustapponendo il filmino in super 8 di una cena affollatissima della sua famiglia con le immagini girate ad una altrettanto affollata cena dei rami siciliano e statunitense della famiglia Zappa.

E poi, naturalmente, c’è lui: Frank Zappa. In Summer ’82: When Zappa came to Sicily oltre a ritrovare il genio capace di spaziare nel mondo della musica a 360 gradi, dal pop alla musica contemporanea, la cui vita è stata un inno alla libertà, alla musica e alla libertà della musica, scopriamo il padre premuroso e affettuoso, il lavoratore indefesso, l’uomo dalla vorace curiosità. Se di fronte a una carriera così ricca, diversificata e produttiva (non si può con certezza dire di quanti album sia composta la sua discografia, certamente sopra gli 80…) il neofita rischia di non sapere da dove cominciare, questo documentario può essere un primo utile passo per iniziare a scoprire questo gigante del novecento.

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