di Roberta Lamonica

Nella morsa (Caught) è un film di Max Ophüls del 1949, con James Mason, Barbara Bel Geddes and Robert Ryan.
Una delle pellicole più celebrate del periodo americano del cineasta tedesco, Caught racconta le alterne vicende di una giovane modella, Leonora che sogna un posto al sole nella bel mondo e, abbacinata dal luccichio di gioielli e denaro su riviste patinate, sposa improvvidamente un miliardario borioso e squilibrato, Smith Ohlrig, illudendosi di aver trovato il principe azzurro. Il destino (e la fuga dal marito) metterà sulla sua strada un giovane pediatra, il Dr. Quinada, concreto, generoso e affidabile, che le farà apprezzare nuovamente il senso più autentico della vita e le offrirà un’altra possibilità di felicità.

Intenso e raffinato melò, in Caught Ophüls mette in scena tutto il suo stile inconfondibile in cui eleganza e grazia avvolgono ogni singola inquadratura. La messinscena preziosa e i movimenti di macchina virtuosi sostengono una critica e un affresco sociale solo parzialmente tratteggiato. Tuttavia si ravvisa nel film un tentativo di mostrare segni dei mutamenti sociali nell’America del dopoguerra, con la borghesia che cerca di emanciparsi e affermarsi attraverso l’etica del duro e onesto lavoro, in una realtà in cui sono già ben presenti disparità sociali e rampantismi fordista. Il capitalismo rappresentato da Smith, viene mostrato in tutta la sua isterica arroganza, con aspetti tanto patologici da avere manifestazioni organiche nell’individuo. Il benessere e i suoi gadget (psicanalista e tuttofare compresi) non comprano l’anima delle persone e il film sembra avere in alcuni momenti un intento vagamente moralistico proprio mentre scopre il suo tratto noir.

Film da recuperare anche per le prove dei tre attori protagonisti e i fitti dialoghi, che rappresentano quasi un unicum nella filmografia ophuliana. Regista immenso, Ophuls, modello incontrastato per grandi cineasti come Kubrick e Paul Thomas Anderson.
Rispondi