Spring in a small town, di Fei Mu (1948)

di Roberta Lamonica

發乎情止乎禮. “Le azioni mosse dalla passione non devono oltrepassare i limiti dell’etichetta”.

(Confucio)
Locandina

Premessa

Spring in a small town è un film di Fei Mu del 1948. Questa pellicola, dopo anni passati quasi nel dimenticatoio, oggi è considerato da molti il più grande film cinese di tutti i tempi. Ispirazione chiave per il celebratissimo In the Mood for Love (2000) di Wong Kar-wai, il film ha suscitato rinnovato interesse anche grazie al bel remake a colori per la regia di Tian Zhuangzhuang. Essenzialmente un dramma da camera eroticamente carico su una passione insoddisfatta, Spring in a Small town – realizzato appena un anno prima della vittoria comunista nella Cina continentale – è ambientato nel 1946, poco dopo la ritirata dei giapponesi sconfitti. È un film lirico e delicato dal passo lento e dalla struttura esile che privilegia i piccoli dettagli quotidiani a dialoghi potenti: una passeggiata, una conversazione, dettagli di vita domestica.

In luoghi disseminati di detriti, dove le mura bombardate della città assumono un significato fortemente simbolico, quasi a rappresentare fisicamente la morte delle emozioni dei protagonisti, Fei Mu rappresenta una Cina stremata dalla guerra incapace di risollevarsi all’interno di una struttura sociale in cui le certezze di valori antichi vacillano. Una parabola dolorosa di speranze di libertà infrante e di ambizioni frustate che si risolvono in amare riflessioni esistenziali. La rappresentazione della società cinese è malinconica e triste e Fei Mu non romanticizza la vita della gente comune né tratta in modo mono dimensionale le antiche e tradizionali classi sociali cinesi.

L’elegante messa in scena di Spring in a small town

Spring in a small town: temi e personaggi

Film profondamente simbolico, complesso e stratificato, interpretabile come uno studio dettagliato, quasi documentaristico della clausura di un’anima “schiacciata come un petalo di fiore sotto i piedi della Storia”, Spring in a small town presenta solo cinque personaggi. Yuwen è una giovane donna che vive una vita senza emozioni con il marito malato, Liyan, la sorella di lui e il vecchio servo Huang. Tutto scorre senza sussulti finché non va a far loro visita un vecchio amico di Liyan, e la vita nella vecchia casa di famiglia in rovina rischia di precipitare. Yuwen incarna il dilemma che la Cina ha dovuto affrontare all’inizio del XX secolo: essere fedele alla tradizione (che, nonostante tutte le sue debolezze, aveva una sua gentilezza e dignità) o lasciarsi alle spalle il passato e seguire le tendenze moderne portate dall’Occidente. Yuwen è la narratrice della storia, il suo voice over è stato definito dal poeta Ping-kwan Leung come più di una semplice narrazione, ma come una forma espressiva adeguata alla moderna ideologia letteraria nonché come veicolo dell’estetica personale e della poetica di Fei Mu. Yuwen è forte, bella e appassionata, intrappolata nella sua esistenza piatta e senza amore. Come ella dice a un certo punto del film, “Io non ho il coraggio di morire e Liyan non ha il coraggio di vivere”. E Liyan, il ‘capofamiglia’, sempre vestito con il tradizionale abito da studioso, inquadrato nell’atto di leggere libri risalenti alla dinastia Qing, è stagnante e morente, simbolo di un passato – un tempo glorioso – della Cina. È malato, depresso e perennemente irritabile, sempre inquadrato all’interno di cornici, perlopiù pezzi di casa in rovina, che ne rappresentano l’isolamento e l’incapacità di ridefinire l’orizzonte del suo sguardo.. Il ricatto emotivo nei confronti di Yuwen e Zhichen lo rendono l’antieroe del film, nonostante la posizione di marito ‘tradito’.

Una scena del film

Gli altri membri della famiglia sono l’unico servitore rimasto, Lao Huang, che sembra rappresentare le masse di contadini e lavoratori cinesi, in attesa passiva di qualcuno che le guidi .e la sorella di Liyan, Dai Xiu, espressione di una nuova prospettiva sulla vita portatrice di vitalità e innocenza non condivise dagli altri membri della sua famiglia. Presto nella storia entra un quinto personaggio, che altera l’entropia interna di questo immobile sistema familiare. Zhichen è il migliore amico di Liyan fin dall’infanzia. Medico che veste all’ occidentale, egli rappresenta quei cinesi che hanno visto la migliore speranza della Cina nell’imparare dall’Occidente. Quando arriva a casa dell’amico si rende conto che la moglie di Liyan è Yuwen, di cui era innamorato prima della guerra e questo lo renderà tormentato è pieno di rimpianti. Sempre Yuwen, in una delle sue riflessioni “La verità è che non so come vivere nel futuro”, e il futuro sembra essersi palesato inaspettatamente nel suo grigio presente attraverso il dottore, arrivato per spezzare il fragile stelo morto del suo matrimonio. Zhichen è tutto ciò che suo marito non è, una nuova specie vitale di mascolinità nella vita emotiva inaridita della donna. Zhichen si presenta come acqua rigeneratrice nella casa di Lyian. Sarà per questo che le due figure femminili della storia omaggiano il dottore di due piante: Dai Xiu con un bonsai, simbolo della vita e della forza della natura; Yuwen con un’orchidea, simbolo di passione, sensualità e amore.

Wei Wei

Conclusioni

Per certi versi Spring in a small town potrebbe essere considerato un film al femminile sia per l’assertività e la forte soggettività con cui Yuwen analizza la sua relazione con suo marito che per la sua palese mancanza di colpa nel discostarsi dalle norme tradizionali dell’epoca, Alla sua voce narrante è affidato il ruolo di raccontare la sua storia, di immergersi nei suoi ricordi o nel suo inconscio. J. Hoberman ha definito Spring in a small town “strindbergiano, claustrofobico e oscuro…” I suoi ‘fratelli e sorelle’ cinematografici potrebbero trovarsi in un mondo lontano, nel cupo e romantico cinema francese tra le due guerre di Prevert e Renoir, e in film come ‘Alba tragica’ o noir americani come ‘Nella morsa’ di Max Ophuls.

Le emozioni e le tensioni fra i protagonisti sono complesse e sembrano molto vivide tanto che, alla fine, più che un messaggio politico sulla Cina del tempo ciò che resta è un’analisi commovente delle motivazioni umane. ‘Spring in a small town’ non ebbe grande successo all’uscita e sotto il regime comunista venne considerato decadente e borghese. È stato solo dopo la fine della rivoluzione culturale e l’inizio della nuova apertura della Cina all’Occidente che la comunità cinematografica cinese ha riscoperto questo gioiello e l’ha considerato un capolavoro.

Zhang Hongmei

Nato da una società che ha subito 15 anni di salasso e occupazione per mano dei giapponesi e lunghe generazioni di cinici saccheggi e sfruttamento da parte dei signori della guerra, è ampiamente giustificabile una certa morbosità in Spring in a small town. Come altri film di narrazione frammentata, come Hiroshima e Mon Amour di Resnais, questo è un film che comprende che la coscienza stessa è incostante e strana, che si sposta da un posto all’altro di quel mondo che abbiamo creato nelle nostre teste. In una passeggiata su un sentiero di campagna, in cui due figure riprese di spalle si allontano, si avvicinano, poi si abbracciano e infine si rincorrono; in incontri fatto di silenzi e sguardi complici, in cui la tensione erotica è soffocata ma tesa e percepibile va in scena lo spettacolo di un amore destinato a non avere frutti e a perire sotto il peso delle tradizioni di una cultura millenaria che pone il senso del dovere e il rispetto dei sentimenti altrui su tutto il resto e stempera la passione in uno sguardo verso lo stesso orizzonte e una mano tesa alla conciliazione e al mutuo sostegno.

🛑 Disponibile su YouTube https://youtu.be/UL5zKdFuC9A

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