di Filippo Di Bella
“Lo schermo televisivo ormai è il vero unico occhio della mente umana”

Videodrome del 1981 è forse il film più visionario, disturbante e conturbante del regista David Cronenberg, che con questa pellicola raggiunge la massima espressione del cosiddetto “body horror”.
In effetti, dopo la visione di Videodrome la percezione della nostra realtà fisica e organica non sarà più la stessa.
Nato in un periodo fecondo per la storia cinematografica (1979-1982) che ha visto dare alla luce capolavori immortali come Blade Runner e Shining, Videodrome viene un po’ ‘oscurato’ e messo da parte, come se fosse di troppo; eppure è un film che descrive alla perfezione il nostro presente e il nostro futuro, che tuttavia è arrivato troppo presto. e paradossalmente forse è proprio questo che lo rende così visionario e affascinante.
Il protagonista è Max Renn (interpretato da James Woods), presidente di un canale televisivo che si occupa di pornografia e programmi violenti.
Max è alla ricerca di qualcosa di nuovo e di forte che possa piacere al suo pubblico così Harlan “il pirata dell’etere” suo collega e amico decide di registrare un segnale tv pirata chiamato “videodrome” che aveva precedentemente captato, al cui interno vi erano trasmesse esclusivamente immagini di torture e violenza. Max intanto partecipa ad un talk show insieme ad una conduttrice radiofonica, Nicki Brand (Debbie Harry) di cui poi si innamorerà ed il professor O’ blivion, un misterioso personaggio che parla e interagisce solo con videocassette e rifiuta di apparire dal vivo. La presentatrice chiede a Max cosa pensa dell’impatto sociale che il suo canale ha sul pubblico, e come questo possa portare a generare nei cittadini perversioni degeneri. Max però risponderà che al contrario la pornografia e la violenza televisiva sono una valvola di sfogo per le persone. Questa è una delle scene più importanti poiché delinea in modo chiaro il decorso e i temi che assumerà il film per tutta la sua durata; inoltre presenta uno dei personaggi più enigmatici quanto affascinati il professor O’blivion, che subito dai primi minuti ci trasmette il messaggio centrale del film. Egli è infatti fermamente convinto che:
“Lo schermo televisivo sia il nuovo occhio della mente umana, ne consegue che quell’occhio fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano, ne consegue che quello che appare sul nostro schermo emerge come una reale esperienza per noi che guardiamo, ne consegue che tutto ciò che appare sul nostro schermo è la realtà e che quindi la nostra realtà è meno dello schermo.”

Per questo il professore per le sue apparizioni non utilizza il suo vero nome ma un nome fittizio, televisivo che suona bene all’interno delle trasmissioni.
Dopo il talk show Max e Nicki tornano a casa insieme e decidono di guardare videodrome, al che Max si spaventa per la tendenza masochista della donna. Dopo la visione Max inizia ad avere delle strane allucinazioni mentre Nicki è sempre più decisa nel voler partecipare allo spettacolo di “videodrome”, per questo decide di partire per andare a Pittsburgh (la città da cui proviene il segnale di videodrome) dove non farà mai più ritorno, almeno nella realtà. Anche se il concetto di realtà in questo film è ben diverso dall’uso comune.
Max dopo aver appreso della sua scomparsa deciderà di iniziare a investigare. Videdrome non è un semplice programma tv ma molto di più. Chiunque lo abbia visto non potrà piu tornare indietro. Max infatti sarà costretto a trascendere il concetto di realtà. Il suo corpo cambierà, la sua carne e la sua mente avranno una nuova vita.

Cronenberg dirige quest’opera con grande maestria evidenziando soprattutto nella messa in scena il sottotesto sessuale che pervade tutta la pellicola. Grazie ai grandiosi effetti speciali, oggetti come la tv o come le videocassette sembrano infatti prendere vita e trasformarsi in carne, respirando e contorcendosi, in un gioco tra allucinazioni e deformi realtà. Per questo l’ impatto visivo del film è molto forte e trasmette un senso di disgusto e terrore di cui però non possiamo fare a meno.
Inoltre grazie ad un sceneggiatura accattivante e avvolgente ma a tratti anche disturbante, Cronenberg riesce ad esprimere al meglio il suo pensiero filosofico che mai prima di questo film è stato così dirompente.

In quest’opera ritroviamo tutte le tematiche “feticcio” del regista che poi riproporrà nelle pellicole successive. Per ragionare quindi sulla filmografia cronenberghiana dobbiamo partire dal concetto fondamentale che riflette sulla mente e sul corpo.
Mens sana in corpore “insano”
Mente e carne sono una cosa sola, dove l’una influenza l’altra e viceversa. In una dimensione dove l’ uomo non è uno scibile tra anima e corpo; ma queste collaborano nel creare l’individualità dell’essere umano, che è sempre in continuo mutamento.

La mente che soffre e avvizzisce corrode il corpo; mentre la carne che si contorce e che si trasforma, plasma la psiche. Questo concetto è affrontato dal regista in numerose opere come “La mosca”,”La promessa dell assassino”,”Existens” o “Spider”.
Oltre a ciò dobbiamo però affrontare il concetto di carnalità unito al futuro: LA NUOVA CARNE.
Questo film ne è infatti il portavoce più potente. Il mutamento che sta subendo la nostra società grazie ai mass media ed ai social media è un qualcosa che inevitabilmente cambierà non solo il nostro stile di vita ma anche la nostra carne.
Gli effetti speciali e la messa in scena sono fondamentali, devono estremizzare questo concetto per renderlo di impatto per il pubblico, che lo assorbe perciò in modo violento.
Cronenberg però non delinea mai una spaccatura netta tra giusto e sbagliato, non vi è mai una digressione morale nei sui film che vuole criticare o esaltare un futuro distopico piuttosto che un altro; non fa altro che mostrarci la nostra possibile realtà nel bene e nel male.
In quest’opera in particolare ci dice che la nostra realtà è il nostro schermo. E un nuovo occhio fa parte del nostro corpo. E quest’occhio fa ormai parte di noi.
Dove il nostro esistere non è altro che un segnale elettrico tra due dispositivi. e dove l’immagine di noi stessi su uno schermo è più importante del nostro corpo è poi così strano pensare che la carne possa mutare e adattarsi al cambiamento?
Uno dei film più visionari della storia del cinema, un film vivo che muta e si trasforma e ad ogni visione, come l’umanità che racconta.

Quando lo vidi la prima volta, ne restai totalmente affascinato. Cronenberg con il suo cinema di genere ha sempre offerto più di uno spunto sul quale riflettere, anche nella sua seconda fase molto più tendente alla trasformazione” mentale”.
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