‘Ci vuole un fisico’, di Alessandro Tamburini (2018)

Il bisogno di essere approvati e ammirati e di ricevere gratificazioni dagli altri è autentico della natura umana ed è umanamente comprensibile. ” E mira ed è mirata, e in cor s’allegra”, scriveva Leopardi ne Il passero solitario a proposito della gioventù: ben sappiamo come il poeta recanatese sapesse cogliere con fine intuito e delicata e profonda sensibilità il nocciolo della questione. Il bisogno di approvazione che porta ad annullare la propria identità o il proprio fisico, invece , è un’altra cosa e apparire per quello che non si è per piacere agli altri, con il tempo, oltre che rivelare un segno di immaturità può anche avere delle conseguenze negative su se stessi.

È questa una consapevolezza che pian piano acquisiscono i due protagonisti del film Ci vuole un fisico, di Alessandro Tamburini.

Alessandro e Anna si conoscono casualmente. Entrambi hanno un appuntamento nello stesso ristorante, ma nessuno si presenta da loro. Sia l’uno che l’altra ricevono buca e il destino in questo modo li fa incontrare. All’inizio non si piacciono, mal si adattano, nutrono diverse riserve: lui la trova bruttina e invadente, lei goffo e impacciato. Pian piano però cominciano a conoscersi e, nel corso di una nottata trascorsa lungo strade solitarie e caratterizzata da varie avventure vissute in discoteca, in un bagno notturno e persino dentro una questura, imparano ad apprezzarsi di più e a capire che, per costruire una relazione di qualità, non è importante conformarsi al canone estetico imposto da una società sempre più competitiva e consumistica, ma essere semplicemente se stessi.

Il regista riprende un proprio cortometraggio e lo sviluppa realizzando una gradevole opera prima. Il film, nonostante sia una commedia leggera e divertente, pone l’accento su un tema serio, per nulla scanzonato: il piacere a tutti i costi agli altri più che a se stessi, il desiderio di fingere pur di ottenere apprezzamenti, il bisogno di essere accettati con la conseguente bassa autostima quando il feedback positivo da parte degli altri non arriva.

Alessandro e Anna- per amore- sono portati a camuffare la propria reale identità, il proprio fisico che faticano ad accettare, credendo di essere maggiormente apprezzati, ma in realtà non fanno altro che collezionare delusioni e frustazioni. Vorrebbero fare colpo su chi amano: lui scrive una tesi per la ragazza dei suoi sogni, perde un’intera estate per farle questo favore, ma si troverà di fronte ad una persona superficiale, per nulla interessata a lui e soltanto preoccupata di come sarà vestita il giorno della laurea; lei perde 30 kg in 3 mesi per piacere ad un uomo, ma quello che troverà sarà una persona alquanto insicura e incapace di intraprendere una relazione seria. Di fronte a queste delusioni la strana coppia avrà modo di superare le proprie incertezze e si ritroverà attraverso un road-movie notturno – la notte, come si suol dire, porta consiglio – più matura e consapevole di sé cercando di non dare troppo peso alle apparenze e offrire più spazio alle gioie più autentiche della vita.

Girato in sole quattro settimane, in una Modena notturna ben fotografata, il film trova la sua credibilità grazie anche alle ottime interpretazioni non solo di Alessandro Tamburini, qui presente come regista e attore, ma anche della bravissima Anna Ferraioli Ravel, abile nel saper recitare parti divertenti e drammatiche.

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