
‘Saper invecchiare significa saper trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio e il tuo cuore e cervello di giovane’.
(Ugo Ojetti)
A ottantotto anni Clint Eastwood dirige, produce, e interpreta uno dei ruoli migliori della sua lunga e straordinaria carriera.
The Mule è tratto dalla storia vera di Leo Sharp, veterano della seconda guerra mondiale diventato narcotrafficante. A lui si ispira la vicenda del 90enne Earl Stone.
Abituati ad un Eastwood dagli occhi gelidi e penetranti, dal fare teso e corrugato e con un’espressione quasi sempre glaciale, in questo film il grande Clint ci mostra invece un lato divertente, più vulnerabile, empatico, fragile, sensibile e atipico.
Tanto innamorato dei fiori (per i quali ha una passione viscerale), quanto disastroso con la famiglia.
Earl cura di buon grado ciò che velocemente appassisce effimero, ma si allontana da ciò che ha una durata maggiore di un tulipano.
È una vita ‘on the road’, quella di Earl, che gode lentamente dei suggestivi paesaggi, della buona musica e del cibo con una profonda voglia di vivere al massimo la vita tanto da farsi carico di un compito che, potrebbe ucciderlo, da un momento all’altro, fiaccando le sue gracili spalle e danneggiando le ginocchia.
Eppure Earl non ha paura di niente, tranne dei sentimenti.

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