C’è posta per te, di Nora Ephron (You’ve Got Mail / USA 1998)

di Andrea Lilli

Anno 1998. Lo ricordate il medioevo del Web? Se lo possono immaginare, gli under 25? Non c’erano smartphone, non c’era WiFi. Il collegamento online strisciava lento su cavi ritorti in complicate prolunghe, attraverso un modem analogico esterno dal suono stridulo che lanciando la sfida al provider gracchiava in uno sforzo metallico, ferroso come un pesante Sputnik al decollo, entrava in orbita o ricadeva a terra, probabilità fifty-fifty.

Nel mistero glorioso del WWW accendevi le luci e i motori, pregavi che il computer prendesse il volo, ma se ci riusciva nel frattempo non potevi usare il telefono (quel coso con i fili e la cornetta). Nel medioevo di fine millennio Internet era ancora un miracolo, un incantesimo. Un’evasione. Non già una condizione necessaria di integrazione sociale. I ‘social’ popolari erano sempre quelli degli antichi: i muretti, i bar, le feste, i libri. I bambini sapevano cosa fosse un fumetto o un Roald Dahl, non un TikTok. Le ragazze romantiche leggevano Jane Austen ed Emily Brontë, seguivano influencer che si chiamavano Elizabeth Bennet e Catherine Earnshaw, non Chiara Ferragni. Ci si specchiava nei libri, non in Facebook. Era nelle pagine di carta che trovavi gratificazioni, stimoli, conferme o smentite. Strane abitudini di intrattenimento, in quegli anni rudi e semplici. Esistevano ancora tante piccole librerie, dappertutto, laggiù tra i selvaggi di New York come qui a Roma. Esperienza personale: nel 1998 lavoravo in una di quelle, davo – e ricevevo – consigli di lettura in cambio di sorrisi (like, abbracci, love), stupori (wow) o maledizioni (grrr).

zia e nipote

Se non avete memoria o idea di tutto questo, se volete sciogliere il vostro cinismo 4G al calore della copertina del GGG in una piccola libreria per bambini, o se avete solo la curiosità di (ri)vedere la freccetta del computer muoversi a scatti come un ragno d’acqua sui pochi pixel di una schermata Windows 95, la buffa umanità perduta su cui quel cursore galleggiava, dovete vedere C’è posta per te (1998). Trama.

windows95

Nove anni dopo un altro film sceneggiato da Nora Ephron, Harry ti presento Sally, riecco Meg Ryan – meno orgasmica e più romantica – nei panni di Kathleen Kelly, sognatrice, lettrice appassionata di Orgoglio e pregiudizio, proprietaria nell’Upper West Side di Manhattan di una piccola libreria indipendente fondata dalla madre 42 anni prima e specializzata in letture per bambini. La sua storia, il lavoro e il futuro dei due commessi sono minacciati dal ricco e cinico Joe Fox (Tom Hanks), proprietario di una grande catena di librerie che sta aprendo un nuovo punto vendita vicino alla bottega storica di Kathleen. In realtà, in quegli stessi anni e luoghi la storica libreria Shakespeare & Company combatteva (e poi perse) la sua battaglia contro il gigante Barnes & Noble. Lei e lui si dichiarano guerra: “Al posto del cervello hai un registratore di cassa. Al posto del cuore, un preventivo”. “Niente di personale, cara, è solo business”, ma non sanno di essere in pieno feeling affettivo online su una chat in incognito. Una chatroom medievale che si serviva delle email. Quando lei identificherà l’affascinante NY152 – comunque dopo che lui avrà riconosciuto l’entusiasmante Shopgirl – sarà troppo tardi per la salvezza della piccola libreria. Si realizzeranno tuttavia altri sogni somewhere over the rainbow, per citare il celebre brano scelto per la sequenza finale.

Ci sono altri due motivi per riscoprire questa romantic comedy zuccherosa, sfacciatamente sponsorizzata (Starbucks, Visa) ma acuta, talvolta pungente: il primo è che è di Nora Ephron. Giornalista, scrittrice, poi regista, sceneggiatrice e produttrice, scomparsa nel 2012 a 71 anni, creatrice di commedie newyorkesi memorabili, molto vicine a quelle di Woody Allen. Altre analogie tra i due cineasti: entrambi simpatizzanti delle librerie e di Dorothy Parker, entrambi newyorkesi di origine ebraica, entrambi liberals refrattari alla religione.

nora e woody
Woody Allen e Nora Ephron

Ma il tratto di Nora Ephron, figlia di due sceneggiatori, spesso aiutata nelle scritture da una delle tre sorelle, Delia, ha in più una qualità estranea a Woody: è inesorabilmente femminile (Kathleen: “Certo che è un problema personale, il mio negozio non è solo business”; “La cosa strana in questo nostro modo di parlare [email in incognito, ndr] è che si tende a parlare più di niente che di qualcosa. Ma io ti voglio dire che tutto questo niente per me ha significato più di un qualcosa”). Rivendica i suoi desideri di donna senza essere civettuola. La Ephron, oltre a non recitare nei propri film, giammai si parla addosso. Ebbe una vita privata non facilissima: madre alcolista, tre matrimoni, due figli, tradimenti, leucemia, ma la sua caratteristica principale fu il voler andare oltre e contro le avversità, trasformare in opportunità ogni difficoltà, ogni tragedia. “Tutto è ispirazione”, diceva, niente vittimismo. “Siate le eroine della vostra vita, non le vittime”, consigliava alle ragazze. Ed Everything is Copy (2014) è il titolo del docufilm sulla sua vita girato da Jacob Bernstein, figlio avuto dal secondo marito Carl, uno dei due giornalisti del caso Watergate.

save the shop

Un altro motivo per vedere C’è posta per te si chiama Ernst Lubitsch, regista di Scrivimi fermo posta (The Shop around the Corner, 1940), di cui C’è posta per te è il remake. Il nome della libreria di Kathleen è quello del titolo di questo gioiello, protagonisti James Stewart e Margaret Sullavan, con il precedente Ninotchka (1939) tra i capolavori del maestro della commedia brillante “sofisticata”. Tantissimo tempo fa, almeno dal secolo di Abelardo ed Eloisa, gli innamorati comunicavano da lontano così: via lettera manoscritta. Poi venne Internet. Confrontiamo l’originale preistorico di Lubitsch con la variante della Ephron, poi con derivati affini come Perfetti sconosciuti (Genovese, 2016), e avremo una vertigine.

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