Clint Eastwood: un mito che continua a sorprendere

di Roberta Lamonica

“Quando ero un ragazzino, spesso uscivo con mio nonno, che era sulla novantina e pensavo: Mio Dio, chi vorrebbe mai vivere così a lungo?”

Clint 1

Clint Eastwood compie novantuno anni. Una vera e propria leggenda vivente, un uomo dalla spiccata ironia e dal fascino irresistibile (padre di sette figli, avuti da cinque donne diverse). L’Uomo Senza Nome dallo sguardo di ghiaccio, da tempo ormai lascia noccioline per gli scoiattoli che tenta di ‘addomesticare’ sulla sua scrivania negli studios della Warner Bros e si lancia in esilaranti duetti con Ellen DeGeneres. Si è sempre definito un ‘libertario’, con una fede incrollabile nel diritto dell’individuo ai propri spazi, senza intrusioni nella propria vita e nelle proprie scelte. Un artista che ha costruito con impegno costante e con lo sguardo sempre dritto al futuro una carriera articolata e diversificata: virtuoso della musica jazz, icona della Trilogia del Dollaro, attore in action movies epici e regista ormai nell’olimpo di Hollywood.

Da ruoli secondari come ne La vendetta della creatura (sequel de Il Mostro della Laguna Nera) al ruolo da protagonista nella serie Rawhide, alla consacrazione in Dirty Harry, Clint ha sempre lavorato sodo, collezionando film importanti e controversi. Eppure è come regista che è maggiormente apprezzato. Clint 2E da regista ha prodotto film audaci, coraggiosi, spesso dissonanti rispetto alla sua immagine pubblica a cui, specialmente negli anni Ottanta, erano associati termini forti come ‘sessista, fascista e violento’ e un certo snobismo da parte di una critica spesso ingenerosa. Il film biografico su Charlie Parker, Bird, Gli Spietati (che trionfò agli Oscar nel ’92), Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino e più recentemente, Sully, American Sniper, 15:17 attacco al treno, The Mule e Richard Jewell, dimostrano quanto il Clint regista sia intento ad analizzare e decostruire lo stereotipo di eroismo americano mutuato da un sistema che da molto egli non sente rappresentarlo più (nonostante la sua dichiarata fede repubblicana).

In uno spassoso intervento al Jimmy Kimmel Show, subito dopo l’uscita di Sully, Tom Hanks disse a proposito di Clint Eastwood che lavorare con lui era come se ‘il Monte Rushmore fosse venuto giù dal Sud Dakota’, per definire il suo carattere riservato e imperturbabile. “Tratta gli attori come i cavalli”, disse sottolineando il controllo nei gesti e nelle parole durante le riprese. Un modo di lavorare concreto, solido, silenzioso. E in silenzio Eastwood ha costruito una filmografia corposa ed eclettica, con film memorabili. Quel ragazzo che più di una volta Sergio Leone fece l’errore di sottovalutare (“Eastwood ha solo due espressioni: con cappello e senza cappello”), ha il suo posto nella storia del cinema come icona di un genere intramontabile e come cineasta vanta una produzione di livello come pochi altri suoi colleghi compatrioti.

Clint 3Se tutti, da bambini, abbiamo giocato ai cowboys inventando deserti, praterie e saloon da Far West con i soldatini di plastica, è anche merito di Clint Eastwood e dei suoi occhi di ghiaccio, due fessure luminose che nell’immaginario collettivo rappresentano la stella polare di un genere.

Tanti auguri, Clint!


 

3 risposte a "Clint Eastwood: un mito che continua a sorprendere"

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  1. Io vorrei ricordare anche due suoi film molto sottovalutati come Cacciatore buona o cuore nero, e Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Sono venuti fuori prepotentemente nell’articolo a Clint che gli ho dedicato nel blog. Se ti va di fare un salto ne’ sarò’ lusingato. Mi piace il tuo post, un taglio molto personale, soprattutto nel ringraziare CE per averci insegnato a giocare al West. Buona giornata. Fritz.

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      1. Figurati. Sei troppo brava per avere me come cartina al tornasole. Sono solo un povero ingegnere. La cosa importante è che Clint ci regali ancora tante perle, da recensire e commentare. Buona domenica e buona festa della Repubblica fra qualche giorno.

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