di Luca Graziani
La storia è semplice, lineare e con un finale che sorprende, ma a dar forza a questa opera prima è ben altro. Peppino Lo Cicero, interpretato da Toni Servillo, perfettamente ridisegnato dalla penna del fumettista sardo Igort Tuveri, è un guappo, un sicario della camorra di seconda generazione che si è ritirato e trascorre i suoi giorni in tranquillità meditando sulla sua vita e occupandosi del figlio Nino, ormai avviato alla sua stessa professione. Quando questo viene assassinato è costretto però a rimettersi in gioco per l’onore e la vendetta, riscoprendo il macabro piacere del mestiere ma anche la strada per una nuova vita. A lui si uniscono Totò o’ macellaio, amico e socio di sempre con il volto di Carlo Buccirosso e Rita, Valeria Golino, storico amore impossibile di Peppino.
A rimarcare l’unicità di questo progetto non è tanto la sceneggiatura, funzionale allo scopo, quanto la maestria e il tecnicismo con cui Igort si approccia alla regia. La cura dei dettagli, l’attenzione al particolare, dal girato alla fase di montaggio, insieme ad una fotografia capace di dare profondità ad ogni sguardo e movimento dei protagonisti con giochi di luci e ombre, fanno del film una vera illustrazione che prende vita sulla pellicola. Ogni scelta registica, in questo manifesto cinematografico di un autentico artista a 360 gradi, rimanda al suo background da musicista, illustratore, sceneggiatore.
Il lavoro sul cast, anche in questo caso è meticoloso, ogni personaggio è perfettamente centrato e a fuoco all’interno della struttura narrativa. Igort firma la sceneggiatura, l’adattamento del suo omonimo graphic novel del 2002 pubblicato con la Coconino press di propria fondazione.
Tutto prende le mosse da quel romanzo illustrato, l’ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi e lo stile, unico e irripetibile, o almeno lo era finché il suo stesso autore non ha deciso di portarlo sul grande schermo. E chi meglio lui poteva farlo.
“5 è il numero perfetto” ci riporta all’odore del libro appena acquistato, fresco di stampa. Sembra di sentire il profumo dell’inchiostro mentre Servillo e Buccirosso si lanciano in sparatorie inverosimilmente teatrali, tipiche della storia illustrata di genere.
Presentato alla 76esima edizione della mostra del cinema di Venezia, nella sezione giornate degli autori, ha trovato il palcoscenico migliore per l’esordio alla regia di un autore con la A maiuscola.
“5 è il numero perfetto” lascia il segno in laguna e in sala: una prima volta per Igort e una prima volta per il cinema italiano