Il grande freddo (The Big Chill, 1983), di Lawrence Kasdan

di Roberta Lamonica

‘Il grande freddo’ (The Big Chill), 1983), di L. Kasdan. Con K. Kline, W, Hurt, T. Berenger, J. Goldblum, G. Close, M. Tilly.

Prima del divano di Friends c’è stato questo divano a raccogliere confessioni, autoanalisi narcisistiche, delusioni e nuove prospettive di un gruppo di sette vecchi amici e compagni di università. L’occasione della reunion, la morte dell’ottavo amico, un Kevin Costner al suo primo ruolo, inserito nel cast ma mai presente sullo schermo (venne tagliata l’unica scena in cui compariva).

Un film costruito sui dialoghi e le performance dei protagonisti, in una prova corale che regge letteralmente il film.

C’è tutto il panorama della diversa umanità borghese americana, nella cucina della grande casa coloniale affacciata sul grande fiume: giornalisti asserviti al gusto del lettore medio, veterani di guerra corrotti nei loro valori relazionali e patriottici, attori di serie B che si vergognano del ruolo che ha dato loro la fama, mogli insoddisfatte, post femministe e businessmen di successo.

In essi tutto lo spettro di valori di una generazione a cavallo tra due decenni: vecchi ideali rivoluzionari rimpiazzati da uno yuppismo rampante, il bisogno di vivere la libertà personale come momento di trasgressione e l’incapacità di dare voce alla solitudine interiore e al dolore che la loro perdita forse non ha procurato.

Una commedia a tratti dolente che ci rende gli anni dell’edonismo reaganiano con tutti i suoi simboli: la videocamera, lo stile di vita salutare, i discorsi sui massimi sistemi, il football americano, uno sguardo vagamente altezzoso nei confronti del mondo che gli stessi protagonisti hanno contribuito a costruire. Un cast stellare di attori che a quei tempi erano quasi tutti emergenti (tra i quali ricordiamo Glenn Close, nominata per l’Oscar) e una colonna sonora memorabile, seppur a tratti usata in modo didascalico.

‘Il grande freddo’ finisce senza una conclusione; resta appeso alle incertezze dei protagonisti, alle loro paure e a quel bisogno di trovare le risposte che forse solo Alex, il loro amico defunto, è riuscito a trovare.

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