di A. C.
Spettacolo di varietà’ (The band wagon) rappresenta uno dei vertici del genere musical americano. Betty Comden e Adolph Greene scrivono una sceneggiatura che racconta satiricamente il ‘dietro le quinte’ di Broadway e la pretesa di alcuni registi di vestire di inutili e decontestualizzati cerebralismi la struttura e la vocazione essenzialmente leggere e popolari del varietà.
Tony Hunter (Fred Astaire) è un divo del cinema dalla popolarità in declino, poiché considerato finito ed appartenente ad un’era cinematografica ormai morta.
In cerca di un rilancio, si reca a New York dove gli viene proposto un musical a Broadway da una coppia di autori, scritto in formato di tipica commedia musicale ma forzatamente reinterpretato da un regista mitomane come versione moderna del Faust.
L’opera di Minnelli è un musical nel musical, la cui genialità risiede principalmente nella sua razionale auto-consapevolezza poiché dietro il consueto tripudio di canzoni, balli e colori (classico e sempre eccellente repertorio “minnelliano”) c’è una riflessione che va al di là del facile passatismo e che analizza il musical nella sua origine popolare e di intrattenimento (“that’s entertainment”) e ne accentua la versatilità e la capacità di adattarsi ai tempi.
Non casuali, infatti, ma atte allo scopo alcune scelte di produzione, su tutte proprio il casting di Astaire, alias nella vita reale del protagonista Tony Hunter, con il quale aveva in comune la carriera sul viale del tramonto.
Memorabile la scena di ballo sulle note di ‘Dancing in the dark’ a Central Park con Astaire e Cyd Charisse che sprigionano sensualità e leggerezza ma soprattutto il numero finale “Girl hunt ballet”, fra scenografie raffinate e con le splendide coreografie di Michael Kidd.
In questo numero Astaire e la Charisse ballano su un tema noir-poliziesco,nel finale lei vestita di rosso fuoco in fumoso locale malfamato. Questo numero è anche storicamente assai rilevante, perché per la prima volta il musical si appropria di un altro genere.
Un’opera briosa e coloratissima, prova dell’estero creativo caleidoscopico di Minnelli. Un imperdibile classico del genere musical da recuperare assolutamente.
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