‘Coma Profondo’ (1978), di M. Crichton: tra fantascienza e lotta per la uguaglianza di genere.

di Roberta Lamonica

“Prima regola di un crimine: la semplicità”

(patologo 1)

Coma profondo’ è un film del 1978 diretto da Michael Crichton, medico ‘prestato’ alla letteratura e al cinema con indiscutibile successo.

Ispirato al romanzo ‘Coma’ di Robin Cook, il film di Crichton racconta le peripezie di Susan Wheeler, medico chirurgo presso il moderno ed efficiente Boston Memorial Hospital. Durante un raschiamento, Nancy, la migliore amica di Susan, va in coma profondo e dopo un paio di giorni muore. Susan, non convinta dalle spiegazioni offerte dagli anestesisti e dal suo fidanzato Mark, inizia ad indagare, mossa da un grande senso di giustizia e verità, correndo grossi rischi e mettendo la propria vita in pericolo. Alla fine scopre che al Boston Memorial ci sono stati casi analoghi a quello di Nancy, tutti avvenuti durante interventi apparentemente banali nella sala operatoria n.8. Tutti gli sventurati pazienti caduti in coma profondo sono stati poi trasferiti al Jefferson Institute, impenetrabile bunker medico ipertecnologico.

Thriller molto avvincente, dal ritmo serrato, mai scontato, ‘Coma Profondo’ costruisce la tensione in un crescendo di sapore hitchcockiano, in cui lo spettatore tende a identificarsi con la protagonista e la sua assurda esperienza.

Forte di una fotografia fredda e asettica, di un incessante suono ‘clinico’ diegetico di sottofondo, prevalentemente girato all’interno di ambienti chiusi, nei freddi corridoi silenziosi e inquietanti dell’ospedale e su minacciose scale secondarie, Crichton non si limita a fare un thriller con incursioni nella fantascienza ma indulge in un’indagine sociologica sul ruolo della donna nella società americana della fine degli anni ‘70.

Susan (un’ottima Genevieve Bujold) è una donna ‘nuova’, attiva, indipendente, una professionista di valore che dorme con il suo uomo e collega Mark (Michael Douglas) ma che dopo torna a casa sua e che rivendica parità di trattamento e riconoscimento (pretende in modo intransigente e senza concessioni che sia Mark a scaldare la cena). Interessante a tal proposito la scelta di far vestire i due protagonisti, all’uscita dall’ospedale all’inizio del film, praticamente allo stesso modo, quasi a voler sottolineare l’apparente uguaglianza di genere.

E proprio mentre Crichton sembra presentare con disinvoltura questo tema caldissimo per l’epoca, che nello spettatore si insinua il sospetto dell’inganno sessista. Nessuno sembra prenderla sul serio e, guarda caso, le proteste di Susan per l’accertamento delle responsabilità per la morte della sua amica vengono liquidate o con condiscendente paternalismo dal direttore sanitario dell’ospedale Dr. Harris (Richard Widmark) e dal suo fidanzato Mark, oppure con la feroce violenza del sicario mandato per farla tacere, a qualunque costo. L’ospedale è in mano a soli uomini e tutti gli uomini con cui Susan si confronta hanno atteggiamenti predatori o derisori, sottilmente sdoganati come accettabili.

È inoltre interessante notare come l’intervento a causa del quale Nancy cade in coma profondo sia un’interruzione di gravidanza, presentata in un dialogo tra le sue amiche come un percorso possibile, perseguibile e praticabile, salvo poi determinarlo come causa alla base della perdita dell’attività cerebrale, della vita, in definitiva.

È altresì interessante notare come Nancy non venga trasportata al Jefferson Institute come gli altri pazienti con la stessa sorte, ma muoia e ne venga analizzato il cervello, sezionandolo. Come ad evidenziare la totale inadeguatezza cognitiva di una donna che ha fatto una scelta contro la vita e che va pertanto ‘cancellata’. In ogni sua parte. Susan scopre l’orrore dietro la facciata filantropica e perbenista del Boston Memorial e smaschera le convenzioni e la loro falsità, sola contro un Sistema. Enorme, in un corpo esile ed apparentemente fragile. Eppure, il finale la vede debole cercare la figura paterna in chi è solo un ‘orco’ e principessa indifesa, salvata da un uomo (Mark, il suo uomo) che per tutto il film è stato ombra sbiadita e ambigua rispetto alla sua statura morale, umana e professionale. Difficile uscire dalla narrazione convenzionale della Donna e del suo specifico.

In seguito Crichton verrà coinvolto in proteste da parte delle femministe per il suo romanzo ‘Rivelazioni’ del 1994, in cui trattava il tema delle molestie sessuali perpetrate dalle donne ai danni di uomini sul posto di lavoro.

Al di là delle questioni legate alle tematiche più strettamente sociali, ‘Coma Profondo’ resta un fanta-thriller tesissimo con alcune scene indimenticabili per la potenza delle immagini e dell’immaginazione eccelsa del loro autore.

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