di A. C.
“Groppone da Ficulle fue lo più grande capitan di Tuscia. E io son colui che con un sol colpo d’ascia lo tagliò in due. Lo mio nome – stare attenti! – lo mio nome est Brancaleone da Norcia!
Monicelli mette la sua firma su uno dei più originali, folli e irresistibili prodotti della Commedia all’italiana.
A differenza dei contesti contemporanei in cui erano ambientate tutte le sue precedenti produzioni, per la prima volta l’autore si affaccia su un’epoca storica lontana in un Italia medievale, in cui hanno luogo le esilaranti e tragicomiche avventure di un’improbabile comitiva di masnadieri, guidata da Brancaleone da Norcia (Vittorio Gassman), sgangherato cavaliere in cerca di riscatto personale.
Pur apparentemente distante dai temi monicelliani, il film rientra più che coerentemente nella produzione del regista, in cui ha sempre tratteggiato i vizi degli italiani in chiave comica.
Tramite una rivisitazione farsesca e nazional-popolare della storia e del mito medievale, Monicelli raffigura un’Italia cenciosa, meschina e viziosa, in cui ciascuno pensa a solo a sé e nessuno è capace di sinceri atti di eroismo, e i pochi portavoce di ormai passati valori cavallereschi non dispongono dei mezzi di cui avrebbero bisogno e non ottengono il giusto riconoscimento al proprio onore.
La perfetta riuscita di questo gioiello picaresco si deve soprattutto al grandioso lavoro di sceneggiatura, prodotto della penna geniale di Age e Scarpelli, artefici della notevole impresa di introdurre una lingua immaginaria mista tra latino maccheronico ed espressioni dialettali, e certamente nella ricostruzione scenografica volutamente farsesca e teatrale, affine al contesto comico dell’opera. Non minor merito alla divertitissima interpretazione di Gassman e del restante affiatato cast, in cui emerge anche un efficiente Volonté in veste comica.
Un capolavoro unico e tra le più alte vette della commedia nostrana.