di Bruno Ciccaglione
A qualcuno parrà strano che per ricordare Fellini si parli di Nino Rota, eppure il regista, perso l’amico compositore nel 1979, non troverà più la magia dei sui film precedenti. L’opera di Rota – anche se restiamo al suo solo lavoro per il cinema – non si esauriva nei film di Fellini (si pensi al Gattopardo, a Rocco e i suoi fratelli, o a Il padrino), ma forse Fellini senza Rota non è stato più lo stesso.
Celebri e rari sono gli esempi di speciale sintonia tra regista e compositore nel cinema: Ėjzenštejn & Prokof’ev, Hitchcock & Herrmann, Leone & Morricone. La coppia Fellini & Rota è tra quelle che concorre a esplorare nuove frontiere del rapporto tra musica e immagini, non semplicemente creando una alchimia che una volta codificata funzioni, ma al contrario evolvendola nel tempo in sintonia con la visione del regista.
I primi film di Fellini saranno particolarmente fecondi anche da questo punto di vista. Con le musiche di Lo sceicco bianco, I vitelloni e La Strada (con la vittoria del primo Oscar) e fino a Le notti di Cabiria la critica più attenta parlerà della “musica come personaggio” per renderne l’importanza nel determinare il senso anche narrativo dei film. La forza evocativa della musica è in grado, questa l’intuizione – in sé non nuova, ma qui sviluppata al massimo – di caricare di significati gli eventi che l’immagine mostra. Fellini ha quasi la sensazione di essere un “coautore” delle musiche, nel suo fare richieste a Rota usando termini non musicali ma artistici. Ma coglie al volo – spesso per lo stupore di Rota di fronte all’effetto finale – le idee ed i temi che possono servirgli nel film.
La dolce vita invece rappresenta un altro modo di lavorare con il musicista, perché il film rappresenta un nuovo modo di fare film per Fellini: la struttura narrativa è composta da un collage di episodi autonomi, collegati solo dalla figura del protagonista Marcello, ispirati per lo più da fatti di cronaca molto riconoscibili per il pubblico dell’epoca.
Questo approccio si combina perfettamente con l’attitudine – in tutta la sua carriera – di Rota di utilizzare una varietà di materiali, colti o popolari, originali o scritti da altri, citazioni esplicite e reinterpretazioni, mescolati consapevolmente con grande abilità da Rota e rimaneggiati continuamente perfino in sala di registrazione. Il risultato sarà sorprendente – e sarà alla base anche del lavoro successivo per 8 ½ – in cui tutte le intuizioni sono espresse in una sorta di summa e in cui – con la Passerella d’addio – la musica di Rota diventerà per tutti inseparabile dalle immagini di Fellini. Impossibile non citare infine Amarcord, in cui la facilità di Rota nel produrre melodie suggestive ed avvolgenti torna a servire un film che per stile e contenuti è rivolto al passato.
Rota ricordava che Fellini era il tipo di persona che nei ristoranti romani dava del denaro ai musicisti di strada per non sentirli suonare. Addirittura diceva di non ascoltare e di rifuggire dalla musica, come si può temere una pozione magica la cui formula – per un non musicista – è sconosciuta. La musica, spiega però Fellini in una famosa intervista assieme a Rota, riesce a fare ciò che nessuna immagine fotografica o filmica – da sola – riesce a fare: “La fotografia ad esempio documenta un momento. Dopo tanti anni rivedendola, sì, c’è un rapporto di memoria con una fotografia, con una immagine. (…) Ma non è che ti ripropone esattamente il momento esistenziale. Invece la musica no. La musica ha questo fascino incredibile, questo potere stregonesco di risucchiarti, di riproporti, nel momento in cui la senti, cose di vent’anni fa, trent’anni fa, quarant’anni fa, che rivivi completamente”. Forse Fellini non ascoltava musica nella sua vita, ma ne capiva tutta la forza. Con Rota ha saputo trarne una magia unica.
Nota bibliografica:
– Giada Viviani, Nino Rota: La dolce vita. Sources of the Creative Process – Volume 1 della collana «The Composer’s Workshop» Brepols Publishers, Turnhout, 2018;
– Voi ed io – Radio 1 Rai – 10.01.1979, riportato nelle Teche Rai col titolo Nino Rota e Federico Fellini: dialoghi “musicali” (http://www.teche.rai.it/2015/12/nino-rota-e-federico-fellini-dialoghi-musicali/?fbclid=IwAR3kgIbAe8kRXrwf8NRGRKYAnWtT8yJ9Jl3LrRiwB9fOAlhyTMNLAlshbyM)