di Bruno Ciccaglione

Dopo aver raccontato la Storia d’Italia in 15 film, seguendo un percorso che dal Risorgimento arrivava al 2016 ed oltre, con Short cuts Alberto Crespi fa un’operazione ancora più ambiziosa, realizzando una vera e propria storia del cinema, sia pure in modo assolutamente non convenzionale: da un lato sceglie di non seguire un percorso cronologico, dall’altro ci restituisce una prospettiva davvero globale del cinema. Ma soprattutto mette a disposizione l’enorme bagaglio di informazioni, storie, notizie, episodi di cui è stato testimone diretto nella lunga e gloriosa carriera come critico cinematografico dell’Unità e come conduttore di Hollywood Party.

Il titolo che Crespi ha voluto dare al libro chiarisce già il suo approccio: Short Cuts è uno dei film più belli di Robert Altmann, che metteva in scena, combinandoli e collegandoli in modo originale, una serie di racconti brevi di Raymond Carver, realizzando da quei frammenti apparentemente indipendenti il grande romanzo che Carver non era mai riuscito a completare. È la stessa l’idea di Crespi, che infatti in epigrafe al libro riporta una riflessione con cui Umberto Eco ripropone “la metafora come modalità di scoperta di relazioni ancora inedite tra i dati del sapere”.
Scegliendo 12 film decisivi per la loro influenza e realizzati tutti nell’arco di due anni (il 1959 e il 1960), il libro usa questi capolavori come punti di partenza per allargare lo sguardo e svela collegamenti, relazioni, legami, affinità, portandoci così a seguire percorsi che non seguono la cronologia storica, ma inseguono, a volte creandola con la grande capacità di raccontare che guida la penna di Crespi, i legami tematici, le influenze artistiche, le sfide produttive.

È per questo che non risulta strano il fatto che sulla copertina del libro si veda Stanley Kubrick sul set di 2001 – Odissea nello spazio (1968), un film che pure non fa parte dei 12 capolavori da cui ciascun capitolo intreccia in modo avvincente una serie di storie di cinema. Come pure non stupisce che il titolo (Short Cuts in italiano significa “scorciatoie”) venga da un film di Altman del 1993, che – ancora – non è uno dei 12 film che fanno da punti di partenza delle storie raccontate.
I 12 film scelti da Crespi come rampe di lancio per i percorsi proposti sono: Un dollaro d’onore (Howard Hawks), La dolce vita (Federico Fellini), L’appartamento (Billy Wilder), La grande guerra (Mario Monicelli), Nazarìn (Luis Buñuel), Il mondo di Apu (Satyajit Ray), I magnifici sette (John Sturges), Psycho (Alfred Hitchcock), La bella addormentata nel bosco (Walt Disney), Historias de la revolución (Tomás Gutìerrez Alea), Sabato sera, domenica mattina (Karel Reisz), Fino all’ultimo respiro (Jean-Luc Godard).

A rendere unica questa ricchissima storia del cinema, raccontata in modo così originale, c’è naturalmente la guida del suo autore. Cresciuto professionalmente all’Unità quando il PCI aveva già rotto la sua sudditanza con l’Unione Sovietica, mantenendo però un forte legame sia con la cultura russa che con quella degli artisti del cosiddetto “terzo mondo”, Crespi può vantare di essere tra i pochissimi giornalisti italiani (non solo in ambito cinematografico) che parlano sia l’inglese che il russo (non a caso il libro è zeppo di citazioni da libri che spesso non sono ancora tradotti in italiano) e questo, tra l’altro, gli ha consentito di costruire relazioni dirette con moltissimi dei protagonisti del cinema mondiale.
L’approccio critico di Crespi, inoltre, pur se spesso colto e alto, è sempre anche un approccio da reporter che ama andare a cercare la notizia, intervistando e conoscendo i registi, gli attori, gli sceneggiatori ecc. Forse la cosa più preziosa di questo libro, infatti, è proprio quel patrimonio di relazioni e di esperienze dirette che Crespi condivide qui con il lettore, raccontando una quantità di episodi di cui è testimone diretto, grazie alle amicizie e alle esperienze di una carriera realizzatasi in un arco che ha visto il cinema cambiare ruolo all’interno della società, sollecitando in lui riflessioni che si rivelano preziose.

Alberto Crespi con Short Cuts – Il cinema in 12 storie può permettersi di tenere insieme nella stessa pagina Umberto Eco, Woody Guthrie, Lev Tolstoj e John Ford, di guidarci da La bella addormentata nel bosco di Walt Disney all’incontro tra Ejzenstein e Stalin, da Historia de la revolución a Full metal Jacket o semplicemente di farci sognare quando evoca i pomeriggi trascorsi nel Residence Aldrovandi di Roma, a sentire i racconti di Dino Risi. Un libro imperdibile per chiunque ami il cinema.
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